1. Papà, il mio amante 10


    Data: 22/04/2021, Categorie: Incesti Tue Racconti Autore: Sole, Fonte: RaccontiErotici.xyz

    Mia madre rimase senz'altro profondamente turbata dalle mie parole. Credo che lei avesse continuato a pensare a me come a una bambina, totalmente priva di interessi sessuali. Anche se il mio aspetto esteriore le poteva dare ancora ragione, la mia età ormai mi spingeva a considerare il sesso qualcosa di molto importante. Prima o poi avrebbe scoperto che non ero più vergine; io la stavo preparando a quel momento. Dopo la cena mi offrii io di lavare i piatti, mentre metteva in ordine la cucina. La sorpresi un paio di volte a fissarmi intensamente, come se volesse carpirmi un segreto che portassi dentro di me.
    Il giorno dopo tornai a trovare Domenico. Mi offri un gelato. Era andato a comprarlo poco prima, prevedendo che sarei ritornata da lui.
    << Come va allora, tesoro mio >> mi chiese dopo avermi baciato appassionatamente sulla bocca.
    << Ho pensato a te per tutta la sera, amore. >>
    << Vuoi che facciamo ancora l'amore, oggi? >>
    << Mi piacerebbe, papino. Voglio che godiamo ancora insieme. >>
    Appena ebbi terminato il mio gelato di frutta, mi tolsi la maglietta e gli offrii i miei piccoli seni da leccare. Non si fece pregare e mi succhiò i capezzoli. Poi mi prese una mano e la portò sul suo pacco. L'asta era già in tiro e mi fece rabbrividire il pensiero che di lì a poco sarebbe potuta di nuovo entrare nel mio pancino, come il giorno precedente. Fui io ad aprirgli i pantaloni, ad abbassargli l'elastico delle mutande e a prenderglielo con tutte e due le mani. Mentre lo stavo ...
    ... segando, con la sua manona mi palpò avidamente il sederino, poi sollevò la gonna e abbassò le mutandine. Le sue dita s'insinuarono nel solco tra le natiche e lo accarezzarono a lungo, solleticandomi il buchino. In un attimo mi denudò completamente e mi prese in braccio. Portandomi verso il letto su cui avevamo chiavato il giorno prima. Mi distese sul lenzuolo a cosce aperte, s'inginocchiò e mi spinse la lingua nella sorca. Poco dopo mi venne sopra e mi penetrò con grande delicatezza. Fu solo qualche attimo di fastidio ad anticipare un grande piacere. Rimase dentro di me un tempo imprecisato, assestandomi colpi di reni ora rabbiosi ora lentissimi. Ascoltavo come una sinfonia sublime il suo ansimare e il suo grugnire che sovrastava il cigolare ritmico del letto.
    << Mi fai impazzire, Marta. La tua passerina è come il miele. >>
    << Ti faccio godere più di Simona e di mia madre? >>
    << Simona è più bella di te, ma tu sei un frutto ancora più proibito di lei. >>
    << Ti piace la tua figlioletta brutta, vero pa'? >>
    << Sei stata una rivelazione, Marta mia. >>
    << Anche tu mi fai perdere la testa. Non credevo di avere un papà in grado di farmi donna così. >>
    Domenico uscì da me e mi innaffiò il ventre di sborra. Toccai con la mano quella materia calda e collosa e mi portai le dita alle labbra per leccarle.
    << Impari presto, figliola! >>
    << Io sono nata da questa roba qui? E anche Simona? >>
    << Certo. >>
    << Per questo è così buona! >>
    Era stato tutto più facile e avevo sofferto ...
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