1. Tokyo gaya....


    Data: 06/04/2021, Categorie: Gay / Bisex Tue Racconti Autore: Lollo Culorotto, Fonte: RaccontiErotici.xyz

    All'epoca, essendo uno dei pochi ad aver studiato giapponese, riuscii a trovar lavoro in una ditta che mi trasferì, come elemento di "comodo" e a tempo indeterminato, in Giappone. Se è vero che, in seguito alla malattia al tempo dell’università e le cure subite in seguito, ero diventato un "bell’uomo" con tanto di baffi e spalle robuste, è altrettanto vero che la voglia di cazzo permaneva intatta perché la sensazione di sentirmi posseduto analmente, insomma, essere una troia ubbidiente continuava a piacermi. A Tokyo, dove c'era la sede della ditta, trovai un appartamentino convenientemente centrale in un quartiere popolare e calmo. E da lì, nei momenti liberi esploravo la città come turista ma anche con la speranza di trovare come soddisfarmi sessualmente.
    
    Ma Tokyo ha una lunga tradizione "gaya". Infatti bisogna sapere che la città di Edo (come si chiamava Tokyo anticamente) nacque artificialmente nel 1603, in un luogo già abitato da pescatori alle foci del fiume Sumida che si getta nell’ampio golfo di Tokyo, per volere dello shogun Tokugawa chiamando a raccolta tutti i carpentieri, operai, artigiani, commercianti e sgherri (per mantenere l'ordine) da ogni parte dal paese che era ormai nelle sue mani. Fu un periodo di stabilità e pace in una società strutturata verticalmente che vedeva i samurai ad un ristrettissimo vertice con la stragrande maggioranza di contadini, mercanti, artigiani e tantissimi avventurieri. All'epoca Edo era la città più grande del mondo e ...
    ... superava il milione di abitanti. Era  una città, in progressiva e costante espansione, dove coesistevano uomini indaffarati nelle più svariate mansioni, non ultima quella di far divertire, e dove la prostituzione proliferava. Ma il numero delle prostitute, con tanto di licenza ad esercitare in postriboli, era assolutamente insufficiente se si  considera la popolazione maschile totale dove, senza imposizioni religiose (sia lo shintoismo che il buddismo non vietano il sesso) sia monaci che militari (che poi avevano anche la proibizione di frequentare prostitute) godevano del sesso tra maschi. Inoltre molti non amavano la compagnia a pagamento o non potevano permetterselo, la qual cosa faceva il paradiso di quelli che amavano prenderlo in culo... o darlo preferendo il culo maschio a quello delle donne che sovente lo dà controvoglia non provando lo stesso piacere dell'uomo (per non parlare dell’arte del pompino). Per cui anche per gli uomini perfettamente e completamente, diciamo, eterosessuali era normale farsi fare un pompino o metterlo in culo ad un maschio che poteva essere più o meno effeminato in quanto, sempre in generale, i giapponesi sono poco pelosi, anzi alcuni completamente senza peli anche perché, sovente, si depilano. Anche io, da giovane ero un po' effeminato ed amavo travestirmi soprattutto per fare sesso, poi dopo l'incidente mi sono trasformato in un orsacchiotto, abbastanza peloso. La situazione, sostanzialmente non cambia ora dopo oltre quattrocento anni. ...
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