1. Il prof di disegno


    Data: 26/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: crigio, Fonte: Annunci69

    Come ogni anno, per le feste natalizie torno nella mia terra. Mio nipote mi aspetta sempre a braccia aperte e anch’io sono molto contento di rivederlo (soprattutto dopo aver saputo che condividiamo una certa tendenza…).
    
    Mia sorella mi prepara una camera a casa sua e, non appena arrivato, lascio la valigia ed esco subito. Mi dice, infatti, che Gabriele ha iniziato a frequentare un corso di pittura e, se voglio, posso andare a prenderlo a scuola. Mi incammino a piedi – la scuola non è molto distante da casa. Una volta arrivato, chiedo al bidello dove si trova l’aula di disegno e proseguo per il corridoio. La prima porta, basculante, è senza finestre, a differenza della seconda. Attraverso il vetro guardo dentro: diverse file di cavalletti sormontati da tele stanno in piedi come soldati. Formano due gruppi, uno a destra e uno a sinistra, ciascuno composto di due per fila. Davanti ad ogni cavalletto, uno studente è intento a dipingere quella che mi sembra una figura umana. Tutti disegnano lo stesso soggetto, il che mi fa pensare che il modello sia lì presente, oltre la barriera delle tele.
    
    Ed infatti, scrutando più lontano, oltre il corridoio che separa le due file, su una panca c’è disteso un ragazzo, più o meno della mia età, a torso nudo con un lenzuolo che gli copre le pudenda. Rimango in ammirazione per la sua bellezza: è completamente glabro ed ha una muscolatura perfettamente definita. I riccioli bruni in testa lo fanno somigliare al David di Michelangelo e gli occhi ...
    ... sono blu come il mare, tanto che ti ci puoi perdere dentro.
    
    Un trillo improvviso mi scuote e mi spaventa.
    
    Suona la campanella che segnala la fine della lezione. Il modello si alza in piedi tenendo il lenzuolo e dice qualcosa agli studenti; poi, si allontana e sparisce dietro un paravento, mentre i ragazzi raccolgono il loro materiale da disegno e cominciano ad uscire dall’aula. Mi scosto per lasciarli passare e poi entro. Mi avvicino a mio nipote, gli do una pacca sulla spalla e lui si volta. Ha una leggera peluria sul volto, segno che un accenno di barba finalmente sta comparendo (suo costante cruccio!). Mi salta al collo e mi dà un bacio con un sonoro schiocco.
    
    “Ciao, zio! Ma quando sei arrivato?”, esclama.
    
    “Pochi minuti fa”, rispondo, liberandomi dalla sua morsa. “Ho lasciato la valigia a casa e tua madre mi ha detto che eri qui. Così sono venuto a prenderti per farti una sorpresa!”.
    
    “Hai fatto benissimo!”, prosegue Gabriele, usando un tono di voce che mi sembra più alto del necessario ed una cadenza leggermente effeminata. L’acuto emesso da mio nipote ha incuriosito il modello, il quale viene fuori dal paravento, tutto rivestito, e si avvicina a noi.
    
    “Buongiorno!”, mi saluta porgendomi la mano. Gliela stringo.
    
    “Lui è il mio prof!”, me lo presenta Gabriele. “Questo è mio zio Giò… ehm… Giorgio!”.
    
    “Come il prof?”, chiedo imbarazzato. “Ma… io… veramente…, credevo che…”.
    
    “A volte si presta a farci da modello. La scuola non può permettersi di pagarne ...
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