1. Ancora…!


    Data: 15/02/2018, Categorie: Gay / Bisex Autore: Bollentispiriti, Fonte: RaccontiMilu

    Oh cazzo! Perché ho accettato di farmi sbattere da te? Maledetta stronza che non sono altro. È da più di un’ora che mi stai sbattendo, almeno così mi sembra,…e ancora non arrivi. Le reni mi dolgono. Sono esausto, ma tu continui a cavalcarmi… Vorrei che la smettessi, ma non ho la forza di dirtelo.
    
    Cerco di trascinarmi fuori dalla tua portata, ma tu mi serri e mi stringi… mi soffochi. Respiro a fatica. Sai quando concedermi l’attimo per respirare. Non ho più forze…La testa mi gira,mi sento debole… in balia della tua furia… omicida. Che dico? Non so più cosa pensare.
    
    Hai cominciato accarezzandomi. E mi piaceva. Mani delicate, esperte, che sapevano dove e come toccare. Tasti bianchi e neri erano sfiorati con maestria e sapevi trarre tutte le armonie possibili. Eccitante, ti trovavo. Mi sono fidato, mi sono concesso. Ti ho baciato con trasporto; ho lasciato che mi rotolassi a tuo piacimento, consentendoti di penetrarmi con la tua lingua in tutte le fessure, su ogni centimetro di pelle del mio corpo. E più avvertivo i brividi del piacere e più mi concedevo alle tue voglie.
    
    Finché non mi hai fatto provare la più deliziosa… lunga… profonda penetrazione che avessi mai subito. Ansimavo in attesa che fosse completata la traversata, ma tu ti arrestavi, tornavi indietro, come per rivedere e fissare nella tua mente i posti appena visitati. Avrei voluto che mi sfondassi, invece ripercorrevi la strada già fatta, quasi per gustare i particolari che ti erano sfuggiti. Mi hai mappato ...
    ... per bene. Mentre le tue mani mi strofinavano il petto e mi attanagliavano le mammelle, la tua bocca mi succhiava i capezzoli. Palmo a palmo hai conosciuto le mie fattezze, le mie rotondità, i miei anfratti, mentre la tua trivella scendeva per gradi nella grande cava.
    
    Mi tenevi ben fermo, mentre la mia femminilità esplodeva sotto i tuoi polimorfi sensi che sfioravano, stringevano, baciavano, penetravano le mie intimità. Mi sono sentito tua. La mia corolla si apriva al tuo contatto e palpitava, consentendoti di fecondare la mia sterile natura. Estatica restavo sotto i colpi delle tue frecce che scagliavi dentro… il cuore del mio essere deflorato
    
    Come un parassita ti sei incuneato nel mio ventre e hai cominciato a scardinarmi le interiora. Hai manovrato il mio pistolino che s’era inturgidito e fremeva sotto le tue voglie, pronto anche lui a tradirmi e a concedersi alle tue grazie. Affaticato, affannoso sotto il martellare dei tuoi colpi, scosso dalla tua mano veloce che manovrava il mio strumento di piacere, succube della tua volontà, non ho resistito. L’eiaculazione abbondante ha dilagato, dandomi quella sensazione di estremo godimento, mentre galleggiavo in quel liquido appiccicaticcio, ma odoroso del mio piacere.
    
    Ho desiderato di concedermi ancora di più alle tue premure e ho sigillato le natiche completamente al tuo addome protervo, armato di quello strumento di devastazione; la dannazione dei miei sensi.
    
    Sono arrivato, sborrando, due o tre volte nell’arco del ...
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