1. The end of the term


    Data: 24/08/2021, Categorie: Etero Autore: Cheshire Cat, Fonte: EroticiRacconti

    Miriel procedeva piano lungo il sentiero male illuminato dalla luna piena. La luce che filtrava dagli alberi era appena sufficiente per scorgere all'ultimo un ramo caduto, una buca o un sasso: accelerare il passo era improponibile, per non parlare del fatto che ogni svolta sembrava uguale alla precedente e non la portava mai dove voleva andare.
    
    "Ormai dovrei essere quasi arrivata..." Disse tra sé e sé.
    
    Controllò ancora una volta con la luce del cellulare se riconoscesse la forma di tal albero o la sistemazione di quei cespugli, ma proprio non le sovveniva dove si trovasse o se li avesse anche solo mai visti prima.
    
    Le sembrava stupido chiamare il suo capo e dirgli che si era persa la prima sera, decise quindi di proseguire e provare a farcela da sola.
    
    "La cosa peggiore che mi potrebbe capitare - pensava - è arrivare ai confini della tenuta... in quel caso mi basterebbe seguire il perimetro del muro, ritrovando finalmente la casa."
    
    La ragazza aveva un buon senso dell'orientamento ma, a sua discolpa, devo dire che c'era stata solo una volta, prima di quella sera, quando il sole era ben alto in cielo: la notte doveva essersi mangiata il percorso esistente durante giorno, e aver sputato un rimasuglio di mondo che non aveva più lo stesso senso di prima.
    
    "Vorrei solo..." S'interruppe, incespicando s'un ramo cui non aveva prestato attenzione.
    
    "...sapere dove..." Continuò piano, riprendendo il passo.
    
    "...Diavolo..." Un tramestio da qualche parte sugli alberi ...
    ... attirò il suo sguardo e le fece morire la frase in gola.
    
    "...sono." Concluse, in poco più di un sussurro.
    
    "Ti sei persa?"
    
    Un giovane uomo svoltò l'angolo del sentiero. Doveva conoscere bene quel posto, perché non gli serviva alcuna luce per capire dove andare. Alto poco più di lei, indossava una tuta da ginnastica nera e teneva il cappuccio della giacca ben calcato sulla testa.
    
    Immediatamente sulla difensiva, Miriel si prodigò in diverse scuse, una meno credibile dell'altra e alla fine ammise che sì, si era persa.
    
    "Sono nuova. Oggi è stato il mio primo giorno al maneggio e ora sto cercando di raggiungere gli alloggi dello staff..."
    
    "Credo che tu ci abbia girato attorno. Li hai superati: sono di là." E indicò vagamente la direzione da cui proveniva lei.
    
    "Porca miseria... Sono quaranta minuti che giro come una scema..."
    
    "Io sto rientrando. Facciamo la strada insieme, dai. Sono Fausto, piacere."
    
    Le porse la mano e lei gliela strinse, rincuorata dall'aver trovato un aiuto.
    
    Interrotta solo dai loro stessi passi, la vita notturna della natura abbassava il volume, si nascondeva, si dileguava. Camminarono per qualche minuto in silenzio, in un mutismo imbarazzato che a ogni passo diventava sempre più pesante.
    
    "Che nome strano... Miriel. Da dove viene?" Fausto spezzò il ghiaccio.
    
    "È un nome elfico... Mia madre è un'appassionata di Tolkien." Ridacchiando, la ragazza fece un gesto con le mani come a dire che-ci-posso-fare?
    
    "Ah, ho capito... Quindi hai ...
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