1. Di oscurità, di nebbia e di vizio


    Data: 19/08/2021, Categorie: Scambio di Coppia Autore: cgintonic, Fonte: Annunci69

    ... riflettere e indi perdere.
    
    Nel frattempo, il mio corpo non riposava, era solo in un apparente quiete, la mia mente si perdeva in questi pensieri ed in altri di sesso, in gran parte sconci, in gran parte forti. La sua mano lieve era appoggiata alla mia patta e il fatto di avere una sera per noi catalizzava ulteriormente tutto questo sentire. Adoravo serate come quella che stavamo vivendo. Fatte di nebbia, di oscurità e di vizio. Anche nel club dove eravamo poi arrivati, la nebbia era presente seppur artificiale. L'oscurità, le luci soffuse, i gemiti, il non sapere bene, il non vedere troppo erano lo sfondo in cui ci muovevamo. Le stanze di quell’enorme club prive si rivelarono ben presto essere un luogo altrettanto naturale per i miei pensieri, così come la piana che avevamo attraversato lo era stata poche ore prima. I ricordi di quello che accadde lì dentro riemergettero, impalpabili evanescenti come nuvole di sensazioni nel viaggio di ritorno.
    
    Cosa portavo dentro di me di quella serata? La sua bocca. Le sue labbra di cui godei mentre la mia mano si muoveva rapida fuori e dentro la sua fica, lucente. Mentre il movimento, che veniva a lei trasmesso, la rendeva trafelata, vulnerabile e colante al di sotto. Ciò mi permetteva di ottenere un altro effetto che amavo all’inverosimile. Che la sua intrinseca timidezza soprassedesse, svanisse e lasciasse posto alla sua voglia di godere. Si metteva con il culo in alto ed esposto, si accoccolava sul materasso vicino a me, si ...
    ... sdraiava con le sue lunghe gambe aperte e ora impudiche alla mia vista, chiedendomi implicitamente di farla godere. Era irrequieta come una gatta che fa le fusa. Ne aveva tutto il diritto, altro non volevo che farle scoprire tutto il piacere.
    
    La baciai a lungo e ogni contatto delle sue labbra con le mie corrispose ad una penetrazione forte del mio cazzo. Baciare mi portava a questa reazione. Il ritmo del mio bacino era sempre più forte con affondi pesanti e profondi. Una frequenza maggiore, un crescendo di un’orchestra di gemiti prima della quiete dell’orgasmo. Volevo il suo sapore sulla mia estremità virile, volevo veder brillare la cappella del mio uccello con i suoi umori. Alla fine, esplose, improvvisa, bellissima come un fiore che fiorisce in un attimo davanti a te. In gergo “squirtò”, ma agli inglesismi o al linguaggio tecnico amo pensare e dire che ella “si svuotò” su di me. Aveva prodotto la sua sbroda. Glielo dissi. Quanto più ero volgare tanto più ero vero e negli e nelle orecchie lei si riconosceva in quanto le comunicavo.
    
    La sua bocca nell’orgasmo, nella pisciata fatta proprio sopra il mio cazzo, mi parlava così bene di lei e di quanto stava godendo. Mi parlava meglio di quello che avrebbe potuto fare con le parole e sì che lei aveva parole, pause e intonazioni perfette. Si storcevano gli angoli della sua bocca ma il suo bacino non si sottraeva. Anzi di nuovo mi cercava. Spingevo il suo in modo forte sul mio, i nostri sguardi si incrociavano, gli occhi si ...