1. Di oscurità, di nebbia e di vizio


    Data: 19/08/2021, Categorie: Scambio di Coppia Autore: cgintonic, Fonte: Annunci69

    Di Oscurità, Di Nebbia e Di Vizio.
    
    “I suoi vizi sono come nebulose nel cielo, fiammeggiano di più nella notte profonda”. È la frase che William Shakespeare mise in bocca al triumviro Lepido per descrivere la passione che aveva reso il suo amico Marco Antonio - il condottiero dal cuore valoroso che balenava sulle truppe come un Marte in guerra - preda della più completa e devastante attrazione per Cleopatra, la sua amante da sempre.
    
    La trovo una frase bellissima, particolarmente vicina a quello che provo e vivo.
    
    Mi sono trovato a riflettere su di essa in questi primi giorni di febbraio, in queste mattine fredde in cui il sole è stupendo, in cui il cielo è completamente limpido e di un blu intenso che vorrei vivere con davanti il mare e non la grigia palazzina di uffici davanti. Lo trovo anche curioso e atipico questo pensare, ci sono cose che adoro fare il mattino o in pieno giorno ed altre invece la sera, la notte. Il pensare e fare sesso sta in questa seconda parte della giornata. Un po’ come gli astri che sono sempre presenti, ma visibili al nostro occhio solo al calare delle luci, così la notte accende maggiormente i miei vizi e da essi mi lascio trasportare. Ad essere precisi ci sono anche giorni di pioggia e giorni di nebbia che fanno questo. Quasi avessi bisogno di uno schermo alla chiarezza del reale, un velo per poter spogliare e liberare una parte di me stesso. D'altronde questa dimensione trasgressiva per me è essenzialmente un percorso di conoscenza. ...
    ... Conoscenza di me stesso, dei miei limiti e del piacere di oltrepassarli. Conoscersi per poi perdersi.
    
    E così fu quella sera.
    
    Una sera di nebbia.
    
    Una sera perfetta.
    
    La nebbia ci aveva accompagnato, in quei giorni a cavallo fra un anno vecchio e un anno nuovo, come spettro all’andata del viaggio e come certezza al ritorno. Mi ero detto durante il percorso: “E’ solo un altro giorno dell’anno” eppure le valenze simboliche inconsce che dave alla fine dell’anno e all’inizio del venturo non lo facevano essere tale. Ricordo promisi a me stesso, mentre guidavo verso Bologna, di mantenermi nell’anno nuovo più aderente a quello che provavo e a quello che ero. O almeno ricordo di aver detto ciò dentro di me.
    
    La nebbia. Vista dal vetro dell’auto era palpabile come polvere di cipria grigia attorno a noi. Approssimarsi al casello autostradale ci diede la stessa impressione di vedere comparire da lontano un tendone da circo con le sue luci in pieno nulla. Illuminato, isolato, solitario, nella piana bolognese il casello si mostrava addobbato a festa. La campagna in quelle ore della notte era un unico pallido velo, un unico colore univa cielo e terra. “Se la campagna stasera fosse stata una donna” pensai …” si sarebbe vestita di una lingerie morbida, di seta, soffusa, velata da cui intravedi le forme nei loro punti di contatto, senza riuscire a vedere il tutto nitido.” Pensieri strani. Quella del viaggio era sempre stata una dimensione che mi portava all'introspezione, che mi faceva ...
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