Ogni cosa di noi era sesso.
Data: 26/07/2021,
Categorie:
Erotici Racconti
Etero
Sensazioni
Autore: CordeDiSeta, Fonte: RaccontiMilu
Aprii gli occhi, lui era ancora lì al mio fianco, addormentato. Nudo. Entrambi lo eravamo. La coperta celava solo metà della sua schiena definita, lasciandomi osservare le sue spalle larghe, illuminate appena solo dalla luce che filtra dalle persiane.
Che ore sono? Avevo perso la cognizione del tempo.
Un brivido mi percorse tutto il corpo, facendomi inarcare la schiena.
Allungai in piede verso di lui, sfiorai il suo, per poi intrecciare le mie gambe alle sue; un istinto primordiale, animale, travestito da gesto dolce. Il mio non era altro che un bisogno disperato di contatto, del suo corpo, della sua palle.
Un sussulto, pensai alle sue mani grandi, indurite e calde scivolare su di me, sul mio incarnato pallido e morbido.
Quell’immagine era talmente nitida nella mia mente che per un attimo mi sembrò di averle davvero addosso.
La mia intimità iniziava ad accendersi, una fiamma flebile, pronta a divampare e bruciare qualsiasi cosa incontri.
Pelle, calore. Sentivo qualcosa tra le gambe, ancora in dormiveglia.
Meglio, ancora in pieno sonno. Non so che ora fosse, era mattino, la
luce entrava dalle finestre. Una gamba, calda, liscia, tra le mie.
Sdraiato di schiena, aprii gli occhi solo per avere la conferma del
passaggio tra sonno e veglia. Non c’è voluto molto a sentire crescere
il piacere in ogni parte del mio corpo. Il ricordo della nottata,
della serata. Di lei. E ora, la sua gamba che si muoveva tra le mie.
La sua voce sussurrare ...
... un buongiorno. Un caldo buongiorno.
Brividi.
Voglia.
Ancora.
La sentii avvicinare il suo corpo al mio, sdraiarsi sopra di me. La
sua pelle sulla mia, le gambe intrecciate, che si sfioravano, si
strusciavano, alla ricerca del calore altrui, alla ricerca del
contatto, del piacere. Ad esprimere la voglia di sentirsi addosso,
sempre più addosso. I capezzoli duri percorrere la mia schiena.
Cercavo il suo corpo come una bestia affamata.
Gli sussurrai un “Buongiorno” a fil di voce. Avevo le corde vocali intorpidite
dal sonno che rendevano la mia voce grattata. Poggia tutto il peso del corpo su
di lui, facendo forza per farlo stendere sulla pancia. Aveva il mio respiro
caldo sul collo, i miei capezzoli turgidi addosso, mentre non smettevo di
sfregare le gambe contro le sue.
Mi riempii il naso del suo odore, le mie labbra sfiorarono l’incavo fra il
collo e la spalla in un bacio leggero.
Non gli diedi neppure il tempo di reagire, di dire qualcosa, che quel bacio si
trasformò in un morso; nulla di dolce e delicato, questa volta, affondai i
denti nella sua carne e strinsi forte, tirando e ruotando appena il capo.
Ho sentito la mia intimità divampare quando il gusto ferroso del sangue mi ha
impregnato la lingua.
Ogni cosa di noi era sesso.
Mi godevo la pelle calda di letto sulla mia. I capezzoli turgidi sulla schiena, le mani che mi tenevano sdraiato, spinto giù come se fosse impossibile anche pensare di girarmi. La sua ...