1. Splendore appassionante


    Data: 03/02/2018, Categorie: Dominazione / BDSM Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    L’uomo le arriva accanto silenzioso, avvicina un cucchiaio alle sue labbra e lei ne beve comodamente il contenuto, degusta con naturalezza come se stesse assaggiando con semplicità una pietanza, ebbene sì, beve praticamente con disinvoltura il suo sperma dal cucchiaio. L’uomo posa il cucchiaio, si volta lentamente ed esce dalla stanza, la donna riprende con spontaneità a scrivere con l’intermittenza di chi pensa prima di comporre. L’uomo spegne tutte le luci fino a lasciare accesa solamente la lampada sulla scrivania, per illuminare beninteso la tastiera e unicamente le sue mani, il suo busto e la sua bocca, in verità una bocca paffuta e tenera di bambina.
    
    La donna non distoglie l’attenzione dal suo lavoro nemmeno per un attimo. E’ l’ora disarmonica e ibrida quel lungo momento nella quale la terra &egrave meno luminosa del cielo e per un lungo momento la bellezza del mondo &egrave toccante. L’uomo s’avvicina di nuovo e senza parlare la spinge ad alzarsi, le solleva la gonna da dietro, le abbassa le mutande bianche, l’invita a inclinarsi e s’abbassa per guardare, lascivamente tocca là di sotto, in quanto &egrave soltanto un veloce sfiorare di polpastrelli che basta all’uomo per sentire le tracce umide della sua tangibile eccitazione, che in qualche modo momentaneamente lo placa rassicurandolo e nello stesso tempo incrementa il suo parapiglia. E’ ben lubrificato ed entra facilmente il cuneo anale di colore nero per una stimolazione senz’attriti che lui le fa scivolare nel ...
    ... sedere, mentre ciò che lui ha nei pantaloni pulsa, intanto che guarda l’anello di velluto dilatarsi e poi contrarsi intorno al cuneo.
    
    La signorina si raddrizza, lui le tira su le mutande, le abbassa la gonna e la fa sedere di nuovo, lei riprende a scrivere, lui si siede sul canap&egrave per leggere, perché adesso sono due le lampade accese nella stanza. Dopo due ore la donna &egrave in cucina, &egrave dritta davanti ai fornelli intenta a preparare la cena, mentre l’uomo si ferma sotto l’arco della porta per osservarla: le spalle morbide, la schiena rettilinea che finisce nella curva di quel sedere tondo, che custodisce gelosamente il loro gioco, nella fattispecie i piedi nudi. Lei s’accosta, solleva la gonna, abbassa le mutande e controlla se il cuneo &egrave al suo posto, non fa una piega, lui spinge le dita più sotto per verificare il suo stato, per provocare una reazione in quella statua di sale che s’offre costante e imperturbabile ai suoi capricci per cercare ciò che sa di ribollirle dentro. Le porta le dita davanti al viso, al presente sono bagnate e brillano sotto la luce, lei le lecca, le ripulisce per bene e poi si porta il mestolo alla bocca per controllare la sapidità del cibo, entrambi cenano quasi in silenzio seduti alle estremità opposte del tavolo della cucina.
    
    Lui spezza il pane con le mani, versa prima il vino nel bicchiere di lei, perché lei non lo guarda mai. Lui invece sì, la squadra nel cercare una posizione consona sulla sedia che le consenta di ...
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