1. 103 – L’esperienza carceraria del giovane Salvatore


    Data: 11/07/2021, Categorie: Autoerotismo Etero Incesti Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    Mi chiamo Salvatore e quando avevo diciassette anni, quasi diciotto, feci una grossa cazzata, assieme ad un mio amico, su uno scooter, scippai la borsetta ad una signora anziana, lei cadde e sbattè il capo in terra, rimanendo a lungo in ospedale tra la vita e la morte. Per fortuna non morì e si riprese. La polizia, ci fermò un chilometro più avanti e ci portò in caserma, fummo processati per direttissima e condannati a quattro anni di reclusione. Il mio complice, essendo maggiorenne fu destinato ad un carcere per adulti, mentre io venni trasferito presso un riformatorio per minori.
    
    Dopo tre mesi e un giorno, esattamente al compimento della mia maggiore età, anch’io fui trasferito in un carcere per adulti. Da quel momento la mia storia e la mia vita in genere, prese una piega molto diversa.
    
    Capitai in cella con un tipo sulla trentina, tutto muscoli e poco cervello, tatuato un po’ dappertutto, che era stato arrestato e condannato per stupro continuato e aggravato, nei confronti di alcuni ragazzini minorenni. Quando per la prima volta entrai in quella cella, mi ricordo il suo sguardo allupato e la sua lingua che si leccava ghiottamente le labbra. Durante l’ora d’aria, fin dal primo giorno, dei ragazzi all’incirca della mia età, mi domandarono se ero stato rinchiuso assieme a quello che chiamavano ‘obelisco’ . Non seppi cosa rispondere, ma descrissi il tipo e mi dissero che si trattava purtroppo per me proprio di lui. Chiesi perché fosse denominato ‘obelisco’ e mi dissero ...
    ... che era per le enormi dimensioni del suo cazzo. Successe così che un sabato mattina, fummo portati a fare la doccia, entrammo a gruppi di trenta in una specie di corridoio piastrellato, dove si trovava una fila interminabile di docce. Era un locale unico, non vi era privacy, tutti nudi e crudi, vicinissimi uno all’altro. Io ero un ragazzino, folta peluria scura solo sul pube e poi tutto liscio e carino. Avevo, mio malgrado, un bel sederino e un visetto che sembravo ancora essere quello di un quattordicenne adolescente.
    
    Il cazzo con il glande coperto ne troppo grosso ne troppo piccolo, che, forse per quello che ci davano da mangiare ultimamente, mi veniva duro poche volte. ‘Obelisco’ era a circa tre metri da me e mi guardava con interesse, non so perché ad un certo punto, il ragazzo che stava alla mia destra si spostò e al suo posto si piazzò il mio compagno di cella. Madonna che roba!!!! Aveva realmente un obelisco al posto del cazzo. Largo in modo esagerato e lungo altrettanto esageratamente, con due palle che sembravano delle grosse arance pendenti. Lui al contrario di me era peloso come un orso, in pratica la pelle quasi non si vedeva, mi venne vicino, molto vicino e la sua mano mi afferrò una chiappa stringendomela con forza. Mi ordinò di girarmi e di piegarmi in avanti, inizialmente mi rifiutai poi con le minacce fui obbligato ad obbedire. Mi appoggiò il suo mostro contro il mio buchetto e spinse. Tutti ci guardavano e mi videro stringere i denti e mi sentirono pure ...
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