1. Come una vita può cambiare 19


    Data: 05/07/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Harael12, Fonte: EroticiRacconti

    IL GIOCO DELLA PARVENZA
    
    Nelle settimane successive non vi furono cambiamenti, io e Daniela collaboravamo serenamente, salivamo in sede centrale assieme, l’unica differenza era che da nessuna delle parti vi fosse l’esigenza di approcciarci in altra maniera, ero in un turbinio di sensazioni, non capivo neanche io cosa stesse accadendo, al contrario ero tempestato di messaggi di Sonia, dove mi spettegolava quello che Daniela le diceva, mi chiedeva quando potevo passare da lei, anche solo per un “massaggio veloce”, per di più era stata invitata ad un ricevimento, dove il marito non avrebbe potuto accompagnarla e mi chiese se mi fosse piaciuto andare, ero titubante, con lei dovevo stare attento a tutto ciò che diceva, ma soprattutto a quello che lasciava in sospeso.
    
    Quel giorno in sede centrale stavo collaborando con una stagista, molto giovane e devo ammettere molto carina, quando Daniela mi chiamò nel suo ufficio:
    
    o Devo andare con il Direttore da un cliente, per una consulenza, hai qualcosa di pronto?
    
    o Sì.. certo, te lo devo stampare?
    
    o Sarebbe magnifico, sei un tesoro, lasciamelo sulla scrivania che poi me lo porto via.
    
    Ritornai dalla giovane tirocinante e preparai quanto richiestomi, misi tutto nella copertina aziendale e aggiunsi un post-it “come da tue richieste, a dopo”.
    
    Tornai da pranzo e prima di sedermi alla mia postazione, l’occhio mi cadde all’interno dell’ufficio di Dani e notai la cartellina sulla sua scrivania, non vi era la borsa né il ...
    ... cappotto, presi il telefono con l’intento di inviarle un messaggio, come poteva essersene dimenticata, ma fui fermato da una sensazione.
    
    Proseguii come da programmi con le mie telefonate e il resto degli impegni, verso le 18, con un po’ di ritardo arrivò, mi disse che avrebbe sistemato due cose e poi saremo partiti, risposi che non vi erano problemi. Rimanevo leggermente nascosto dietro lo schermo del pc, entrò nell’ufficio, posò borsa e cappotto sulla sedia, girò attorno alla scrivania, prima di sedersi si fermò, i suoi occhi si posarono sulla cartellina, alzò la testa per guardarmi, si sedette l’afferrò e la nascose dentro la cassettiera, alzò lo sguardo nella mia direzione, poi girandosi digitò la password sul pc.
    
    Come concordato ci vestimmo per partire, scendemmo con l’ascensore e senza neanche guardami negli occhi mi chiese se avrei condotto la sua auto, acconsentii, la incalzai chiedendole se fosse tutto a posto, rispose con un laconico “sì, sono solo stanca della lunga giornata”.
    
    Durante buona parte del viaggio, solo la radio infrangeva il silenzio all’interno dell’abitacolo, molte volte cambiava posizione sul sedile, allargava le gambe ricoperte dalle sue autoreggenti color carne, poi tornava ad accavallarle, il suo era un movimento continuo come di insofferenza.
    
    Frantumai il silenzio canticchiando una canzone, girandomi le sorrisi, anche dal suo viso apparve un leggero movimento della bocca:
    
    o Allora.. tutto bene con il cliente?
    
    o Direi di sì.. solite ...
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