1. Opzione B: mi faccio la Moglie


    Data: 02/07/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Patrizia V., Fonte: EroticiRacconti

    Arnaldo sta trascendendo: le sue ormai sono minacce fisiche belle e buone.
    
    Lo afferro per il braccio e lo strattono.
    
    Lui sussulta sorpreso, perché non si era neanche accorto della mia presenza.
    
    - E tu che cazzo ci fai qui?
    
    - Vi si sente fin dal lungomare – lo informo – Adesso basta: piantala. Vatti a fare una bevuta al bar e datti una calmata.
    
    Lo sapete che sono fisicamente messa piuttosto bene: quando strattono una persona normale, ottengo la sua attenzione. Lui mi guarda sorpreso dall’energia che ci metto, e si lascia spingere fuori dalla cabina.
    
    - Non finisce qui! – urla ai due nudi dentro la camera da letto mentre lo spintono di sopra.
    
    - Adesso piantala di gridare, che ti sentono tutti – gli faccio, cacciandolo fuori dalla scaletta – Inspira a fondo e spara un bestemmione per sfogarti.
    
    - Io non bestemmio.
    
    - Peggio per te: allora vatti a prendere una sbronza e non tornare fino a quando non ti è passata, o rischi di fare qualcosa di cui poi ti pentirai.
    
    Lui mi guarda frustrato, ma non è uno stupido: sa che ho ragione.
    
    - Ma quello stronzo...
    
    - Tu non ti preoccupare: al piccolo cacasotto ci penso io.
    
    Lui ci pensa un momento (immagino abbia apprezzato l’immagine del “piccolo cacasotto”) e annuisce: - Sì, forse hai ragione.
    
    - Bravo. Adesso sparisci!
    
    Mi assicuro che lasci la barca e si allontani lungo il molo verso la sua auto, poi torno di sotto, dove fra l’altro ho lasciato la mia sacca.
    
    Quando rientro in cabina lo spettacolo ...
    ... che mi trovo davanti è abbastanza squallido.
    
    Pamela è ancora nuda sul letto, in preda a una vera crisi isterica: piange come una cretina e affonda le unghie nel lenzuolo come se sperasse di lacerarlo.
    
    Il cacasotto è ancora peggio: in piedi accanto al letto con solo canottiera e pedalini addosso, si tiene il cazzetto appassito in mano guardandosi intorno come un coglione senza alcuna apparente idea su cosa fare adesso che il pericolo di botte da parte del cornuto incazzato sembra attenuarsi.
    
    - E tu cosa ci fai ancora qui? – gli faccio con tono incazzato – Levati dalle palle se non vuoi che ti butti a calci fuori bordo!
    
    - Ma io...
    
    - Sparisci, omuncolo!
    
    Quello afferra i suoi stracci sparsi sul pavimento e scappa via col pisello a penzoloni.
    
    Lo sento incespicare sulle scale e vado a guardare: il coglioncello è ruzzolato di brutto e ha sbattuto i denti sugli scalini lucidi e stretti della barca a vela e sta cercando di raccogliere le sue cose.
    
    - Ancora qui? - ringhio incattivita – Allora devo proprio farti male...
    
    - No... Io... I miei pantaloni!
    
    In effetti gli sono caduti alla base della scaletta.
    
    Li recupero io e glie li tiro dietro: - Fila, prima che mi incazzi davvero!
    
    Lui non riesce a prenderli, ma devo sembrargli davvero pericolosa, perché rinuncia a recuperarli e se la svigna sul ponte.
    
    Gli vado dietro con i suoi calzoni in mano e lo guardo attraversare la battagliola e raggiungere il molo ancora con l’uccello di fuori.
    
    Gli tiro dietro ...
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