1. ADORABILI CREATURE 2: Olga,.


    Data: 12/06/2021, Categorie: 69, Etero Lesbo Sesso di Gruppo Autore: Roca, Fonte: RaccontiMilu

    – Nico? –
    
    Mi girai alquanto sorpreso, chi mi apostrofava in quel modo era una ragazza bruna; stentai a riconoscere in lei la figlia della signora Bolis mia amante da alcune settimane. Eppure era proprio lei, Olga che mi sorrideva come se avesse incontrato un vecchio amico.
    
    – Mi riconosci? Alla festa . . . ricordi? –
    
    Era graziosa col suo berretto sbarazzino dal quale uscivano i capelli lunghi, sciolti, il nasino arrossato per il freddo pungente, il sorriso timido, timorosa che mi fossi dimenticato di lei. Strinsi la manina gelida.
    
    – Certo che ti riconosco, sei Olga! –
    
    Sospirò sollevata, si guardò attorno salutando i compagni di classe che si allontanavano infreddoliti, rabbrividì poi:
    
    – Mi accompagni? – chiese aggrappandosi al mio braccio.
    
    Presi i suoi libri avvolti da un elastico e ci incamminammo parlando della scuola, dei professori, di quello che voleva fare dopo il diploma. . . Ben presto fummo sotto la casa che conoscevo bene.
    
    – Sali? Se ti accontenti di un panino sei mio ospite! –
    
    Cercai di obiettare che pranzavo al convitto dei padri gesuiti ma lei insistette:
    
    – Dai, la mamma non c’é e io non ti mangio di sicuro! –
    
    Dovetti accettare. Una volta in casa, si tolse il cappottino sotto il quale portava un maglione e dei jeans scoloriti e lisi come usano ora, e gettò il berretto sull’attaccapanni. C’era un caldo piacevole, mi tolsi il giaccone, Olga corse al frigorifero e in men che non si dica eravamo seduti a tavola addentando due panini al ...
    ... prosciutto, ridendo e scherzando come fanno tutti i giovani quando sono insieme.
    
    – Il sabato quando sono sola preferisco farmi un panino, così non ho piatti da lavare e ho tutto il pomeriggio libero perché la mamma é dalle amiche. –
    
    Sapevo che la signora Bolis dedicava il sabato alla partita a carte con altre signore come lei, ma mi sentivo a disagio davanti alla figlia ignara del nostro rapporto e che intanto continuava a parlare. Mi ero sbagliato su di lei, era se non bella, molto graziosa.
    
    Il musetto simpatico e sorridente metteva tenerezza, se fosse stata un’altra credo che mi sarebbe piaciuto farne la mia ragazza, ma non potevo! Cercavo un modo di svignarmela senza offenderla, una scusa, ma continuava a parlare, a parlare, finché ad un tratto fece la domanda che temevo.
    
     Ti ricordi proprio tutto della festa? –
    
    Me lo chiese con un sorriso lievemente ironico, la testolina inclinata, poiché si era alzata, mi alzai anch’io. Era talmente graziosa che sentii svanire i miei buoni propositi. Posi le mani sui suoi fianchi attirandola, lei chiuse gli occhi rovesciando la testa.
    
    Fu un bacio dolcissimo, schiuse le labbra alla lingua che insinuai fra i suoi denti e lentamente aprì la bocca lasciandomi tuffare in essa mentre cingendomi il capo con le braccia aderiva a me con totale abbandono. Avevo quasi dimenticato com’era fresca la bocca di una fanciulla e com’erano morbide le loro labbra quando si stringono alla mia lingua per accarezzarla, per suggerla, com’era ...
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