1. La prima volta


    Data: 09/06/2021, Categorie: Trans Autore: boccadoro86, Fonte: Annunci69

    ... mia bocca.
    
    Improvvisamente lei si fermò, ordinando: "spogliati". Ancora una volta obbedii, come privo di volontà. "Mettiti a pecora", ordinò ancora. Anche questa volta obbedii, mettendomi carponi sul letto, mentre lei si alzava a prendere un profilattico. "No, nel culo no", dissi senza un filo di voce, palesemente contraddetto dalla mia attitudine e, in maniera ancor più lampante, dalla mia posizione, inerme e disponibile. Lei non si curò minimamente di quella flebile protesta, e si piazzò dietro di me, facendomi assumere la posizione più congeniale a prendere la mia verginità anale, offerta come su un altare per il rito. Io obbedivo, obbedivo e basta, come non fossi più in diritto di sottrarmi. Prese un flacone e si lubrificò il cazzo coperto dal preservativo, poi ne versò un po' sul mio ano, facendovi entrare un dito, poi due.
    
    Io mugolavo, inarcavo la schiena, spingevo il culo verso di lei. Non importava chi pagasse chi: era evidente chi fosse la vera troia. Non parlavamo più. Lei appoggiò il suo cazzo al mio culo, poi iniziò a spingere e mi invase. Il dolore e il fastidio si mischiavano al piacere dell'essere all'apice della sottomissione, dominato fino all'ultima fibra dalla sensazione di quel cazzo che mi penetrava e si muoveva ritmicamente, sempre più deciso, dentro di me. Avevo completamente perso la cognizione del tempo, mugolavo dei "si" sofferti ma sinceri. Non so per quanto tempo mi inculò così, mi parve un'eternità concentrata in un istante. Poi mi fece ...
    ... girare e allargare le gambe. Il mio culo accolse nuovamente la sua padrona, che mi prese i piedi, portandoli bene in alto, per poi riprendere a scoparmi con quel suo ritmo, deciso ma non selvaggio. Io la guardavo, in estasi nonostante il dolore e la stranezza della sensazione. Mi chiese dove volevo che venisse. La troia in me, dominata dai colpi nel culo, rispose subito: "in bocca", ma poi un'altra parte di me, più razionale, rettificò "no, addosso". Lei continuò a prendermi ancora per un paio di minuti, mentre espressioni di godimento l'attraversavano.
    
    Improvvisamente, tolse il cazzo dal mio culo, il preservativo dal cazzo, e si masturbò rapidamente. Caldi getti eruppero da quello che per me non era più un cazzo, ma lo scettro del suo dominio su di me, inondandomi il petto mentre la guardavo inebetito. Lei sorrise, poi subito prese a masturbarmi con forza, e anch'io venni, mischiando il mio sperma al suo sul petto inondato. Mentre lei ansimando, ma con la compostezza di una consumata scopatrice, si sedeva sul letto, io rimasi immobile, violato e ricoperto di sborra, sul letto. "Ti è piaciuto?" chiese, come chi sa già la risposta. "Si", ammisi senza reticenze. Sorrise ancora. "Sei bravo". "Tu di più", dissi, sorridendo anch'io, ancora scosso.
    
    Da quel momento la situazione si raffreddò rapidamente. Mi portò dei tovaglioli, con i quali mi pulii il petto, e mi offrì l'uso del bagno. Mi sciacquai rapidamente, poi scendemmo alla macchina. Lei ora era un po' sbrigativa, ma ...