1. Songs of Pain


    Data: 09/06/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Erotici Racconti Autore: Acronimo_M, Fonte: RaccontiMilu

    ... niente..noo!&gt&gt Piagnucolava disperata contraendo tutti i muscoli, nel vano tentativo di divincolarsi, ma la stretta dei due che la tenevano era ferrea e si stava scorticando i polsi nel tentativo di liberare la mani legate strettamente, con ruvida corda di canapa, ai piedi della cattedra su cui era stata fatta sdraiare supina. Un terzo uomo sedeva rigidamente sulla sedia li accanto e fissava freddamente un cronometro ticchettante, appeso ad una catenina legata al polso sinistro, che faceva ciondolare davanti alla faccia della ragazza tenendo il braccio sollevato. Ogni cinque ticchettii di quel malefico arnese infernale (si dopo un po’ era arrivata a contarli) i colpi si susseguivano con precisione matematica provocandole fitte di dolore tremendo tra le gambe e facendole contrarre violentemente l’addome mentre annaspava per respirare tra le risa dei presenti. Si perché c’erano MOLTE persone presenti ad assistere alla sua punizione, così prevedeva il ‘Regolamento Ufficiale dell’Istituto’ anche se lei era certa di non aver letto quel cavillo da nessuna parte. Beh in realtà, arrivati a quel punto, poteva dire di non essere più certa di nulla ma da qualche parte doveva esserci stato un terribile errore. Lei si chiamava Paola Ellin, di origine canadese, ed era una studentessa di lingue all’Ateneo di Bologna. Aveva 22 anni ed era certa che quella che le stava accadendo fosse la cosa più terribile che potesse capitare a qualcuno, ovviamente non poteva prevedere il ...
    ... futuro.
    
    Quella mattina si era alzata per andare in facoltà, come faceva regolarmente quattro volte alla settimana, ma aveva fatto tardi (come faceva tre volte la settimana..) si era quindi decisa a temporeggiare un po’ giù al bar e rientrare con gli altri per la pausa delle 10:00 così da distogliere l’attenzione della prof dal suo ritardo. Al suo arrivo in aula tuttavia era stata accolta da uno strano silenzio poiché tutti, anche i suoi numerosi colleghi che rientravano rumorosamente chiacchierando tra loro, si erano immobilizzati a fissarla non appena aveva messo piede oltre la porta d’ingresso: era strano, come se tutto ruotasse intorno a lei e quella non sarebbe stata l’ultima volta in cui avrebbe avvertito una sensazione simile nell’arco della sua prima lunga mattinata ne in futuro.
    
    C’era stato un lungo momento di imbarazzo. &lt&lBeh, che avete da guardare..?&gt&gt Aveva poi esordito timidamente. Nonostante fosse bella come poche infatti lei era molto timida, gli sguardi la mettevano a disagio e la facevano continuamente pensare di avere qualcosa che non andasse. Quando qualcuno parlava e lei non riusciva a sentire le parole credeva sempre che la stessero prendendo in giro e talmente queste paranoie danneggiavano la sua possibilità di intrattenere rapporti sociali che da piccola i suoi genitori l’avevano mandata in cura da una psicologa per un periodo di oltre un anno. La sua proverbiale timidezza era anche il motivo per cui ella era ‘quasi vergine’: come amava definirsi con le ...
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