Cazzone
Data: 08/06/2021,
Categorie:
Cuckold
Etero
Autore: esperia, Fonte: RaccontiMilu
... del genere.
Alla fine le cose si misero davvero male e lei mi informò che avrebbe vissuto quell’esperienza che io fossi d’accordo o no. Chi ero io per negarle il piacere di un grosso affare? In fondo il corpo era suo e solo lei aveva il diritto di usarlo come meglio le pareva, giusto? Quindi sarebbe toccato solo a lei decidere se provare o no quel “mostruoso arnese”.
La cosa buttava malissimo e vedevo nubi all’orizzonte.
Non dovetti aspettare molto, prima che la situazione precipitasse.
Quel venerdì, quando tornai a casa dal lavoro la trovai vestita di tutto punto, pronta per uscire.
– Andiamo da qualche parte?
– No. Io vado. Tu resti a casa.
– Scusa?
– Esco con le ragazze. Andiamo a ballare. Facile che ci si veda con Antonio Tiraboschi e chissà, se la fortuna gira potrei sperimentare quel suo mostruoso affare.
E se ne andò.
Furibondo. Così fu come mi sentii in quel momento.
Poi pensai che avrebbe potuto essere ben peggio: Marisa avrebbe potuto non dirmi nulla e tradirmi durante uno dei miei numerosi viaggi. Così invece per lo meno sapevo quando, come, con chi e perché.
Mi occupai delle mie cose, sistemai alcune pendenze e mi sedetti davanti alla televisione.
C’era la partita del Milan e rimasi a guardarla sbalordito nel constatare che la squadra che un tempo dava l’impressione di una perfetta coreografia, oggi arrancava senza costrutto e senza un’idea in testa per il campo.
Comunque alla una e mezza sentii la chiave girare nella ...
... toppa.
Era lei.
La donna che si stagliò nel vano della porta era davvero in condizioni disastrose: scarmigliata, il trucco spalmato sulla faccia, la camicetta abbottonata di traverso e i collant in mano.
– Ti sei divertita, Marisa?
– Neanche un po’, maledizione! Il pisello di Antonio è poco più della metà del tuo e in più lui è un vero maiale!
– Già. Me l’avevano detto. Ricordo che a scuola si vantava del suo uccello ma poi una volta nello spogliatoio della pallavolo ha visto il mio e non ha più aperto bocca.
– E perchè non me l’hai detto!
– Detto cosa?
– Che il tuo è più lungo e più grosso! Le ragazze lo chiamavano tutte “Cazzone” e io ho creduto che fosse il più grosso di tutti, maledizione!
– No, Marisa! Lo chiamano Cazzone perché è un idiota, un incapace, antipatico e volgare, non per il suo uccello! Perché il suo cervello è così piccolo che potrebbe stare dentro la sua cappella!
– Ma tu non mi hai mai detto di avercelo più grosso del suo!
– Lo sai che non mi piace tirarmela, Marisa! L’unica cosa per cui mi vantavo era di quanto bella fosse mia moglie. Peccato che non potrò più dirlo.
– Perché? Mica sono diventata brutta di colpo…
– No, ma non sei più mia moglie. Le tue cose sono già da tua madre, le ho portate appena te ne sei andata. Ora tocca a te uscire da casa mia.
– Scherzi, vero? Non puoi buttarmi fuori: è anche casa mia!
La presi per un braccio e la accompagnai recalcitrante fino al ...