1. Il passaggio (capitoli 6 e 7)


    Data: 07/06/2021, Categorie: Trans Autore: Federossetta, Fonte: Annunci69

    Capitolo 6: Gennaro e Roberto
    
    Ci rimettemmo in cammino, lui con lo sguardo serio e io impegnato a ripassarmi il rossetto. Apparentemente sembrava non fosse successo niente, ma gli altri lo avrebbero scoperto non appena avrebbero visto il mio culetto bello rosso. Meglio così, uno in meno da sopportare.
    
    Arrivati alla “base” mi accolsero con fischi di approvazione. Mi sedetti in mezzo a loro a mangiare e bere, alcuni mi domandarono per tutta la cena come facevo a nascondere delle tettine così graziose. Dimitri nel mentre era rimasto in disparte, mi ero accorto che Giacomo lo aveva ripreso per averci messo tanto, e ora era giù di corda. Cazzi suoi, pensai.
    
    Eh già, perché ora io avevo i miei cazzi a cui pensare. Erano in tutto cinque escluso Dimitri: Giacomo (il mio Edoardo cresciutello), Carlo (il proprietario della tenda), Gennaro (un napoletano da un ottimo fisico), Roberto (doveva essere un vero secchione ma era il più vecchio della compagnia) e infine Kevin (era dello stesso paese di Giacomo e aveva un non so che di misterioso).
    
    Ad un certo punto prese la parola Gennaro: “Io proporrei di intitolare questa serata a Federico...” era mezzo intontito dall’alcol “… anzi Federica.” Io sorrisi e sollevai la birra in segno di ringraziamento. “Mio amore vuole ballare con me?” senza ombra di dubbio alludeva al letto. Era giunto il mio momento e non vedevo l’ora di godere come non mi capitava da giorni. “Ci sto! Un brindisi al cazzo!” urlai. “Alla fica! E a te, che per ...
    ... noi non sei altro che una bella gnocca!” inneggiò Giacomo. Gli feci l’occhiolino prima che Gennaro mi trascinasse dentro la tenda.
    
    Giacomo però urlò: “Aspetta! Portati anche Roberto, dobbiamo sverginarlo per bene con una troia come Federica.”
    
    Roberto senza farselo ripetere ci seguì a ruota. Dovevano essere le 23, avevo bevuto poco ma in ogni caso la sbornia sarebbe passata in tempo per il piatto principale della serata: Giacomo. La tenda era accogliente, c’erano due stanze da tre materassi l’una con tanto di coperte e lenzuola. Per me erano dettagli importanti, ciò voleva dire che i genitori di Carlo erano premurosi e la mattina dopo sarebbero venuti ad aiutarci a ritirare. Dunque dovevo addormentarmi già nei miei vestiti.
    
    Entrammo tutti e tre in uno scomparto ove i materassi erano attaccati come un enorme letto matrimoniale. Gennaro, che mi teneva ancora la mano, mi buttò di peso sui materassini e mi intimò di implorarlo. Allora cominciai a fare finta di piagnucolare e a venerare sia lui che Roberto, che era al suo fianco con una vistosa erezione. “Se i padroni alla fine del mio lavoro vogliono valutarlo con una piccola mancia allora io mi impegnerei ancora di più” chiesi con tutta umiltà. “Certo” ringhiò Gennaro, che però non mise mano al portafoglio, anzi si calò i pantaloni e i boxer. Il suo compare impacciato sussultò e venne subito ripreso: “Allora vuoi imparare o no? Svestiti imbranato che ora lo trapaniamo per bene.”
    
    Mi ero affezionato ai vestiti che avevo ...
«1234»