1. Ago e filo


    Data: 03/06/2021, Categorie: Autoerotismo Etero Sensazioni Autore: -, Fonte: RaccontiMilu

    ... sarta. È come una forma di melanconia prolungata che a tratti esplode in accessi di litigiosità. È probabilmente il risultato delle troppe ore trascorse in un lento, preciso, microscopico lavoro che procede un punto dopo l’altro, centimetro per centimetro, ipnotizzandomi con la luce riflessa di un ago che guizza dentro e fuori dal tessuto.
    
    L’occhio di una sarta deve seguire la cucitura con grande precisione, ma i suoi pensieri sono liberi di vagare in direzioni diverse: può scavare nella sua vita, meditare sul passato, rimpiangere le opportunità perdute, creare drammi, immaginare sgarbi subiti, rimuginare… in breve, una sarta, mentre cuce, ha troppo tempo per pensare.
    
    E tra le tante cose a cui penso mentre sto cucendo, c’è magari un ex che mi ha scaricato per un’altra ragazza, con la quale aveva una tresca mentre stavamo ancora insieme, o Davide, che mi piace ma è già impegnato.
    
    Lo conosco da un anno e mezzo, da quando ho preso la patente e non ho fatto altro che rovinare la carrozzeria della mia Seicento perché non sono capace di fare un parcheggio decente. E Davide, con quel suo particolare carisma che mette immediatamente a loro agio le persone, mi sorride ogni volta divertito dicendomi che può succedere e che si sistema tutto. Lo dice sollevando in aria le sue mani grandi e robuste, come a dire «Dai, poteva andare peggio». Emana un calore quasi palpabile. Di rado ho percepito un’energia sessuale così esplicita senza provare al contempo un vago senso di minaccia. ...
    ... E io, ipnotizzata dalla sensualità con la quale subito dopo tocca la lamiera sfregiata, immagino – sentendomi maledettamente porca – una delle sue dita esperte dentro la vagina, giù giù, fino al punto più dolce e sensibile, sulla parete anteriore. Sfregandolo con mosse esperte, mentre la sua lingua trilla sul clitoride e l’altra mano preme sulla pancia, mi porta in men che non si dica a pisciarmi addosso e a contrarmi nell’orgasmo più intenso fino ad allora provato.
    
    È dotato secondo me del tipo di virilità più apprezzabile, quella di chi non se ne rende conto.
    
    Amico di mio fratello e nostro meccanico di fiducia, Davide ha trentadue anni, ha un viso normale, ma i suoi occhi color nocciola sono dolci ed espressivi. Ha le labbra sottili, il naso pronunciato, i capelli castano chiari un po’ ribelli, e nell’insieme è decisamente carino. È alto un metro e 75 e ha un fisico asciutto, sul quale spesso immagino di posargli le mani, nelle mie fantasticherie solitarie, quando una mano corre tra le gambe, due dita a separare le pieghe della mia carne.
    
    Nella vasca da bagno, una gamba appoggiata sul bordo, immagino di ricevere il suo pene nella vagina, da dietro, come piace a me, spinte forti e prolungate. Fantastico quasi sempre un paio di situazioni, tra cui uno stupro in cui Davide, improvvisamente uscito fuori di senno e in preda a un desiderio incontenibile, mi solleva la gonna e mi forza l’ingresso con la sua cappella gonfia. In un angolo nascosto della sua officina, tra gli ...
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