1. Finalmente, il dopo


    Data: 25/05/2021, Categorie: Sentimentali Autore: Mia21, Fonte: EroticiRacconti

    ... quella danza umida, che la faceva inevitabilmente bagnare. Adorava accogliere il suo membro tra le labbra, dando inizio ad una tortura che sarebbe finita con lei piegata di schiena, sul tavolo, offrendogli il culo nudo, gli umori abbondanti e ripetute suppliche di accontentarla.
    
    "Cristo, Mia, smettila, così non arrivo nemmeno alla camera da letto...", gemette.
    
    Sì lasciò sfuggire un gemito anche lei, ben sapendo che udendola non avrebbe resistito. Si chinò, trattenendola sul pavimento.
    
    "So che ora vorresti essere scopata di santa ragione ma dovrai aspettare e accontentarti di questo dito."
    
    Un dito?! Cazzo, che stronzo. Lei voleva la mano, il cazzo, voleva annegare nel dolce oblio delle spinte profonde di lui in lei.
    
    Lo guardò contrariata, e si arrese alla tortura della lingua di lui che accoglieva i suoi seni, e di quel dito che con movimenti circolari induriva il suo clitoride, spostando lo slip a malapena.
    
    "Scopami, ti prego", si las ciò sfuggire. Lui si fermò di colpo, e con la perfidia negli occhi le chiese di ripetere. "Ti ho chiesto di scoparmi, ti prego, non ce la faccio più. Ti voglio"
    
    "Ah, Mia..." le ...
    ... avvicinò il membro alla bocca, chiedendo ancora di succhiare, ben sapendo quanto questo ancora avrebbe provocato l'uscita di umori dalla vagina ormai completamente dischiusa e sofferente. Si sfilò le mutande senza dargli il tempo di farla penare ancora e lui la girò, abbassando la schiena fino a farle toccare con il viso il pavimento. Si avvicinò sbattendole piano il cazzo sul fondoschiena. Lei sospirò forte, la sensazione di essere così vulnerabile e desiderabile la appagava e le faceva montare una foga impagabile. Attendeva soltanto di potere finalmente soffocare le urla di piacere.
    
    Lui afferrò con vigore i glutei, aprendo ancora meglio l'entrata, e piano si fece strada, senza incontrare respistenza. La stringeva dai fianchi, tendola ferma, la voglia di sentirla solo sua che lo dilaniava, mente la forza delle spinte si faceva già pressante. Le afferrò i seni, perso in lei. Amava le sue tette, vederle ballare nel riflesso dello specchio sotto il peso delle sue spinte. "Mia, sei mia, la mia puttana". Lasciò un segno rosso, caricando una manata.
    
    Ma quella sera aveva voglia di darsi ancora di più, di sentirla ancora di più... 
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