1. Una scopata amichevole


    Data: 21/05/2021, Categorie: Tradimenti Autore: Linda, Fonte: EroticiRacconti

    Venerdì scorso, dopo aver accompagnato mio figlio all'asilo, come mia abitudine ho fatto un giretto al mercatino settimanale che nella mia città, Agrigento, lo fanno il venerdì. E' una prassi, anche perchè abito proprio li vicino. Mi chiamo Linda, ho 32 anni e sono sposata da 5 anni. Premetto che non avevo mai tradito mio marito. Ci mancherebbe, direte voi, solo dopo 5 anni di matrimonio? Faccio la biricchina e la spavalda, ma solo per nascondere la mia timidezza. Anche nella cerchia delle nostre amicizie. Quelli che ci vediamo sempre siamo 4 coppie. Noi siamo la più giovane. Mentre camminavo lentamente mi sentii chiamare da dietro e mi girai. Era Carmelo. "Che ci fai tu al mercato?" Chiesi. Mi disse che aveva preso un giorno di congedo appositamente perchè doveva venire al mercato. Aveva un sacchettino perchè aveva comprato delle magliette intime e delle calze. Carmelo e la moglie sono la coppia più grande della comitiva. Lui ha 49 anni. E' anche il più attraente. Tutti, a maggior ragione io, lo chiamiamo ; tutti, a maggior ragione lui, mi chiamano . Parlando del più e del meno, camminando, ci fermammo di fronre al bar. Mi chiese se gradivo il caffè e, mentre mi sfilavo il giubbino leggero perchè mi dava fastidio, gli risposi di si. Nello sfilarmi il giubbino portai il petto in avanti e lui, ammirandolo, disse: "Che mi fai vedere le minne?" Nonostante la confidenza restai sorpresa. Insomma, io sono una bella ragazza. Sono bassina ma ben proporzionata, con un bel paio di ...
    ... minne e un bel paio di gambe. Non di rado avevo notato i suoi sguardi sui miei attributi. Sono una bella morettina e so rendermi attraente. "Si, le minne ti faccio vedere. Scordatelo. Forse le vorresti vedere tu semmai. Ma guarda stu vicchiareddu!" Dissi guardadolo con un occhio a causa del sole e sicuramente rossa in viso. Stavamo entrando al bar e, non so nemmeno io perchè, gli chiesi se voleva prenderlo su da me. Sorrise. "Dopo che mi hai fatto vedere le minne? Non hai paura?" "Paura di te? Vicchiareddu". Naturalmente scherzavamo. Il fatto sta che continuammo a scherzare anche a casa: vicchiareddu io, picciridda lui e poi, dopo aver messo la ceffettiera su, vicchiareddu e picciridda dandoci pure le botticine sulle mani. Ad un tratto mi prese i polsi, mi portò le braccia dietro la schiena e mi tirò a se. E' una ventina di cm più alto di me e alzai la testa per guardarlo e dirgli, in evidente stato di disagio, che mi faceva male. I nostri corpi aderivano. Pure lui a disagio, io accaldata e piena di vergogna, ma prese a sfiorarmi il collo e la nuca con le labbra. Sorrisi come se fosse un gioco mugugnando e gli dissi che mi solleticavo. Sbuffò la caffettiera e gli dissi di lasciarmi per spegnere il gas. Lo spense lui e riprese a baciucchiarmi, ma questa volta con la lingua. Certo che mi piaceva, nonostante mi vergognassi, e il respiro leggermente affannoso e qualche gemito gli fecero capire che gradivo. Gradivo ma non volevo e gli ricordai del caffè. "Dopo" "Dopo che?" Cercò la ...
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