1. Nicola, il più carino - capitolo 3


    Data: 04/05/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: aramis2, Fonte: Annunci69

    ... prima di raggiungere i trenta. Finalmente vidi il 35; il prossimo era il suo. Rallentai quasi a fermarmi, e poi lo vidi. Stava mettendo delle borse nel bagagliaio di un Toyota e mi voltava la schiena. Indossava dei pantaloncini grigi larghi, sneakers nere ed una t-shirt dello stesso colore del berretto. Vedevo macchie di sudore sotto le sue ascelle quando alzò le braccia per chiudere il baule, si asciugò la fronte col dorso della mano, facendo volare gocce di sudore. Mi resi conto dalla quantità di sudore sul suo corpo che aveva fatto del lavoro pesante prima di caricare le borse nella macchina, probabilmente aveva spostato i mobili per la festa o qualche cosa del genere, perché dalle sue fotografie più recenti che mi aveva postato non dubitavo neanche per un momento che era forte e nella sua miglior buona forma.
    
    Tutte queste osservazioni mi attraversarono la mia mente in un istante ma se ne andarono rapidamente ed un pensiero mi penetrò nella testa: stavo per rivedere Nic e questa volta finalmente avrei potuto stringerlo, baciarlo e… mi fermai lì; non era bene arrivare alla sua porta come un maniaco sessuale. Quindi presi un profondo respiro calmante, mi composi e mi preparai ad avvicinarmi alla sua macchina. In quell’istante lui si voltò e guardò verso di me. Immediatamente mi riconobbe; lo capii perché gli occhi quasi gli uscirono dalla testa. Sembrò stesse per lanciarsi verso di me, ma poi si girò improvvisamente e guardò la porta di casa dove era apparsa una donna; ...
    ... improvvisamente compresi perché stava mettendo le borse nella macchina: ero arrivato troppo presto ed i suoi genitori non erano ancora andati via! Me l'aveva abbondantemente chiarito che i suoi genitori non sapevano niente di me ed a loro non avremmo potuto far bere la storia del vecchio cugino. Quindi quando Nic tornò a girarsi e freneticamente mi indicò di allontanarmi, io ebbi lo stesso pensiero e spinsi il piede sull’acceleratore. Volai giù per la strada, gettai uno sguardo sopra la spalla e lo vidi girarsi verso sua mamma che si avvicinava e lo abbracciò per salutarlo. Mi fermai due case più in là, tirai il freno a mano e poi mi voltai sul sedile per guardare Nic. Lui continuava a guardare verso di me mentre mamma e papà gli davano le istruzioni dell’ultimo minuto e, sicuramente, un rapido discorsetto sulle conseguenze se fossero tornati ed avessero trovato la casa sottosopra. Poi il papà gli diede un rapido abbraccio e salì in macchina. Né sua mamma né suo papà si accorsero di me. Alcuni secondi più tardi la macchina si allontanò velocemente nella direzione opposta.
    
    Nic agitò la mano in un finale e poco convincente saluto, poi si girò e letteralmente corse lungo la strada come se lo stesse inseguendo una muta di cani. Io armeggiai con la cintura di sicurezza, maledicendo il fatto di non averlo già fatto. Sfibbiai il maledetto aggeggio ed aprii tanto violentemente la portiera da pensare di averla rotta. Mi alzai e passò solo una frazione di secondo prima che lui mi ...
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