1. Nascerà una stella


    Data: 02/05/2021, Categorie: Lesbo Autore: Valery92, Fonte: RaccontiMilu

    ... mio piccolo mondo speravo che nessuno mi notasse. Volevo diventare piccola piccola. Chissà quante persone mi stavano fissando e giudicando in quel momento. Probabilmente era per quello che non alzavo la testa e guardavo dritta di fronte a me.
    
    Lo sconosciuto, invece, non si faceva problemi. Aveva interrotto momentaneamente la sua attenta esplorazione del mio corpo per scostarmi la minigonna. Me la stava lentamente tirando su tutta. Sentivo che incontrava difficoltà a causa del fatto che fossi seduta, ma lo aiutai. Puntando il mio peso da una gamba all’altra gli permisi di tirarmi su la minigonna scoprendomi tutta.
    
    Non riuscivo a credere a quello che stavo facendo in quel bar. Mi sentivo eccitata e sfrenata, ma allo stesso tempo mi stavo vergognando da morire. Mi stavo facendo spogliare da quel tipo e io l’avevo persino aiutato. Ora ero col culo scoperto su quello sgabello. La minigonna tutta tirata su fino ai fianchi. Solo le mutandine mi dividevano dalla vergogna assoluta.
    
    Probabilmente lo sconosciuto pensava come me. In quell’istante mi sfiorò lì in basso allungando le sue dita sotto le mutandine. Aveva infilato una mano davanti e l’altra dietro. Più le sue dita si insinuavano tra le mie curve più il mio cuore accelerava i battiti. Riuscivo appena a stargli dietro respirando il più regolarmente possibile, ma ogni tanto sentivo un brivido di calore e mi sfuggiva un sospiro.
    
    Non mi importava quasi più se ero osservata oppure no, nel momento in cui mi sfiorò ...
    ... delicatamente la figa mandai a quel paese la vergogna e il pudore. Smisi di fissare la strada di fronte a me e iniziai a guardarmi attorno.
    
    C’era il solito via vai di persone. Per un attimo sperai che nessuno mi stesse guardando. Questa mia speranza durò solo qualche secondo, poi notai un paio di ragazzi vicini ad un albero che guardavano nella mia direzione sorridendo ed indicando.
    
    La mensola sulla quale ero appoggiata a prendere il caffè non doveva nascondere nullla. Probabilmente non c’era nessuna copertura, ma solo la vetrinetta del bar.
    
    Feci scorrere lo sguardo sul resto della strada. Un altro signore con un cane al guinzaglio mi fissava. Il cane strattonava il guinzaglio ma quello non si spostava di un centimetro.
    
    Il mio pubblico ammontava solo a quelle tre persone. Non male pensai, poteva andare peggio. Fui sollevata da quella constatazione. La mia vergogna non era poi così pubblica come pensavo.
    
    Ad un tratto senti una fitta. Lo sconosciuto mi aveva penetrato con le dita. Abbassai lo sguardo. C’era tutta la sua mano protesa tra le mie gambe; con almeno un paio di dita che si erano insinuate nel mio sesso. Gemetti un pochino, ormai persa in un vortice di sensazioni tutte peccaminose; preda di uno sconosciuto.
    
    Lo guardai. Non rimasi stupita di quello che vidi. Ormai ero preda delle mie emozioni e non avevo intenzione di tirarmi più indietro. Di certo non arrivata a quel punto.
    
    Lo sconosciuto doveva avere una cinquantina d’anni. Capelli piuttosto brizzolati ...
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