1. Nata schiava (I parte)


    Data: 01/05/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: asigno luc, Fonte: EroticiRacconti

    ... ricominciare.
    
    Quando la mattina il padrone mi portava in ufficio dovevo vestire come sempre la mia "divisa" e per questo avevo acquistato diversi cambi, di colore e consistenza differente per le diverse stagioni, ma tutti più o meno con la stessa foggia: gonnellino cortissimo, giacchina o gilet, tacchi altissimi.
    
    Il collare non potevo toglierlo mai, neanche per uscire e cercavo di portarlo con disinvoltura anche se tra abbigliamento e tutto il resto potete immaginare le situazioni. Durante il periodo del ciclo poi la cosa era ancora più complicata in quanto le mutandine non mi erano permesse neanche "in quei giorni": potevo usare un assorbente interno lasciando il cordino che penzolava tra le cosce di modo che chiunque si accorgesse del mio stato e del fatto che fossi a figa nuda. Anzi spesso il padrone applicava al cordino dell'assorbente in sonaglietto di quelli per cani così che la cosa fosse ancora più palese.
    
    Era stata addestrata a servire il padrone ed i suoi ospiti che seduti in poltrona si godevano lo spettacolo da me offerto. Quando qualcuno voleva toccarmi bastava un gesto perché smettessi immediatamente di fare ciò che stavo facendo per precipitarmi da chi voleva usarmi. La partecipazione a questi giochi con mugolii di piacere eccessivi o estraendo la lingua per guaire "come una cagna" con la rapidità di esecuzione degli ordini più sconci e volgari mi erano stati imposti a suon di frustate e secondo il padrone facevano divertire chi mi usava.
    
    Il mio ...
    ... padrone era più tranquillo: bastava un gesto ed io capivo se voleva ispezionarmi la figa, il culo, le mammelle o la lingua. Senza che lui dovesse alzare la mano dal bracciolo della poltrona ero io che dovevo chinarmi a gambe allargate per portargli a portata di dita la figa o il culo; o mi chinavo con il busto in avanti, in piedi con le gambe divaricate, per far sì che le mammelle penzolassero a portata di mano o la mia lingua potesse essere afferrata, tirata o ispezionata.
    
    Per suo capriccio o per far ridere gli ospiti mi veniva fissata alle caviglie un'asta lunga circa un metro che mi obbligava a tenere le gambe divaricate al massimo, poi mi venivano fissate le polsiere al collare, venivo messa a quattro zampe con la figa esposta, il culo ben in alto e le mammelle che sfioravano con i capezzoli il pavimento in quanto poggiavo solo sui gomiti: veniva lanciato nella sala un cazzo di gomma e io dovevo, così a quattro zampe ed aperta, andarlo a riprendere con la bocca e portarlo a chi lo aveva lanciato. Questa situazione piaceva molto agli osservatori e anche al padrone e veniva ripetuta per innumerevoli ed estenuanti volte, interrotte solamente se qualcuno non resisteva all'eccitazione e voleva che lo soddisfacessi.
    
    Quando si stancavano di avermi intorno venivo mandata in un angolo dove dovevo restare con il viso rivolto verso il muro ed il culo verso gli ospiti, in attesa che a qualcuno venisse voglia di richiamarmi.
    
    Capitava abbastanza di rado che il padrone mi usasse ...
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