1. H, H & S - Conciata per le Feste


    Data: 30/04/2021, Categorie: Maturo Autore: giessestory, Fonte: xHamster

    ... puntò subito il glande in figa, ma quando premeva per entrarmi dentro, il suo pene si piegava. Mi impossessai della punta del cazzo, con la mano libera, e, da sotto, con le dita cercai di pressarlo tra le mie grandi labbra.
    
    Lo mollai di nuovo, mi riempii la mano di saliva e me la ripassai in figa per essere lubrificata al massimo.
    
    La mia cosina era per natura molto stretta, purtroppo e, se un cazzo non era bello, consistente, non era facile introdurcelo; mi era già successo.
    
    Ricominciammo ad armeggiare: io col glande che forzavo l’apertura e don Liborio, che si teneva il lungo bastone con due mani, stringendolo come un capitone, per non farlo sgusciare via.
    
    “Ecco, ci siamo” pensai, quando finalmente, avvertii il suo ingresso nella mia natura.
    
    Piano piano don Liborio, forzando e spingendo molto lentamente, s’intrufolò in me, col suo lungo serpente gonfio e mi possedette.
    
    Dopo alcuni secondi mi era dentro fino ai coglioni, il cui contatto, mi diede un rovente piacere, che mi attraversò fino alla nuca.
    
    Avevo la pelle d’oca, e non per il freddo della sera, ve lo assicuro.
    
    Il vecchio, ora che comandava e fotteva, si bloccò dentro di me. Per non rischiare di uscire dalla vagina, non chiavò, piuttosto, esercitava dei piccoli movimenti sussultori,
    
    delle piccole spinte, aiutandosi con le mani che mi avevano bloccata per i fianchi.
    
    Sentirmi tutta riempita da quel coso che sussultava mi portò a un lungo stato d’estasi.
    
    Quando il vecchio, raggiunto un ...
    ... ritmo che gli confaceva, con una mano si spinse in avanti per cercarmi le poppe, gliele liberai dalla maglia e dal reggiseno, per evitare che mi rovinasse gli indumenti.
    
    Ora eravamo nel giardino ... compivamo l’antica copula in mezzo al verde. In mezzo alla natura, fredda, di dicembre.
    
    In modo discinto, in totale abbandono, mi lasciavo chiavare da quel poveretto che non vedeva una figa da anni. Mi toccava con bramosia il culo e poi, quando ci riusciva, si aggrappava a una delle tette, che ballonzolavano sotto i colpetti di cazzo che mi imponeva.
    
    Don Liborio aveva le gambe un po’ piegate per mettersi al meglio a favore della mia vagina spalancata. Quando mi accorsi che l’eccitazione gli aveva reso il cazzo estremamente più duro, quando ne sentivo la presenza viva fino alla pancia, i movimenti del vecchio diventarono più virili e, anche se per poco, iniziò a chiavarmi veramente.
    
    Era pur sempre un uomo muscoloso e sano. Si rizzò sulle gambe e cominciò a stantuffare come un toro sulla giovenca.
    
    Tirava, annaspava e chiavava. Dopo nemmeno due minuti, soffiando dal naso, si irrigidì, gemendo, e allora capii che stava per sborrare.
    
    Me lo tolsi dal corpo mentre già le prime gocce di sperma mi irroravano la figa, ma non rinunciai a voltarmi e a prendergli il cazzo in mano ...
    
    Volevo vederla e sentirla la sua sborra, alla fine, tutto quello che era accaduto, era frutto della mia curiosità riguardo a come sarebbe venuto il vecchio contadino.
    
    Lo sperma gocciolava a ...