1. La mia amica carissima


    Data: 26/01/2018, Categorie: Prime Esperienze Autore: Alternos, Fonte: Annunci69

    Quella notte Ester era un po' sbronza. Niente di che, avevamo bevuto un paio di pinte, mentre come d'abitudine le raccontavo le mie noie sentimentali. Eravamo sotto Capodanno e la birreria era stracolma. Molti, tra cui io e Ester, gli universitari, tornati in paese per le feste.
    
    Non era certo passato molto tempo dall'ultima volta che c'eravamo visti: entrambi studiavamo nella stessa città, lassù in Continente. Abitavamo a due passi l'uno dall'altra e la frequentazione era costante anche perché lei era stata la fidanzata di Daniele, con il quale per lungo tempo ero stato culo e camicia.
    
    Si erano lasciati pochi mesi prima, finita l'estate, finito un amore di cinque anni. Sapevo che il rapporto era in crisi da tempo e che lei era inquieta: aveva smesso di amarlo. Come spesso succede, era stata lei a tagliare corto. Io avevo cercato di essere equidistante, un buon amico per tutti e due. Eppure da lì in poi qualcosa è cambiato anche nella mia amicizia con Daniele, che ha iniziato a incrinarsi. In fondo forse era naturale: l'amicizia con Daniele era nata per tramite di Ester, che invece conoscevo fin dai banchi di scuola.
    
    Di tutte le mie storie Ester era stata la confidente, la consigliera. Sembrava mi conoscesse come le sue tasche. In più era sempre stata prodiga nel presentarmi bene alle sue amiche e conoscenti.
    
    Davvero una buona amica. Anzi, ottima.
    
    Fino a quella notte sotto Capodanno questo era stata per me, un'amica e nient'altro. Di guardarla sotto altri ...
    ... profili non mi era neppure passato per la mente, mai nella vita. Lei non so, in ogni caso mai avevo colto segnali di particolare interesse da parte sua. In più la consideravo piuttosto puritana, quando in compagnia si toccavano argomenti scabrosi, lei immediatamente si infastidiva.
    
    In birreria Ester mi ha detto di non sentirsi troppo bene e allora siamo usciti a prendere una boccata d'aria. Pochi passi e il vociare della birreria quasi non si sentiva più. Abbiamo preso una stradina che svolta verso la campagna buia e silenziosa e lì, su un muretto basso, ci siamo messi a sedere, uno accanto all'altra, sotto il tetto di stelle.
    
    Lei mi ha detto di stare meglio, che voleva solo appoggiarsi un pochino a me. Effetti dell'alcool, ho pensato, è normale. Le ho cinto le spalle con un braccio, sembrava stesse nettamente meglio. Forse troppo? Tra un po' inizia a fare le fusa, ho pensato. Meglio evitare ogni equivoco. Ester è un'amica, una carissima amica, e basta. Non si sa mai. Meglio evitare.
    
    Eppoi era vero, non riuscivo a trattenermi più, con tutta quella birra. Mi scappa, le ho detto, torno subito. Mi sono avviato senza voltarmi in un sentierino che portava verso la macchia. Avevo quasi raggiunto l'olivastro che avevo intenzione di innaffiare, che finalmente mi sono voltato. E lei era lì, qualche metro dietro di me.
    
    Sono rimasto interdetto. Mi aveva seguito fin lì e ora mi chiedeva se poteva restare con me.
    
    Vieni, ho detto. Forse ha paura a star da sola, ho pensato, ma già ...
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