1. Scoperta dall'aiutante del bagnino e mi tratta come una ladra puttanella


    Data: 18/04/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: pamyzi1, Fonte: Annunci69

    ... impossibile indovinare quella giusta.
    
    Allora mi venne un'idea balzana, ma pratica: le avrei prese tutte e per provarle sulla serratura della mia cabina, fino a trovare quella giusta. La cosa non era regolare e costituiva una complicazione al mio piano di una semplicità esemplare, ma non erano molte: sarei poi tornata a rimettere a posto le altre in meno di cinque minuti. Avrei risolto il mio problema e nessuno si sarebbe accorto di nulla. Ero felice per aver ideato questa geniale soluzione.
    
    Per portar via le chiavi risvoltai sul davanti il mio vestitino, creai una specie di sacchetta e ce le raccolsi dentro. Il mio prendisole privo di tasche, non era molto lungo e mi arrivava appena sotto l'inguine, ora sorgeva il problema che quel risvolto nel tessuto lo accorciava ulteriormente, al punto che sul davanti mi restava scoperta la topina.
    
    Volli essere ottimista, in fondo la mia cabina non era lontana e stando curva in avanti, avrei potuto raggiungerla col mio cespuglietto coperto alla meglio, sperando di non incontrare nessun rompicoglioni in giro a quell'ora, mi apprestai ad avviarmi.
    
    Ma una voce cavernosa, potente e irata, risuonò alle mie spalle: ebbi un sobbalzo e il cuore mi saltò in gola.
    
    - Cosa stai facendo qui? Chi ti ha fatta entrare? Non hai letto il cartello fuori? -
    
    Non lo avevo sentito arrivare, mi girai di scatto, la mole dell'uomo oscurava la cornice della porta. Nel voltarmi allarmata, arretrai alla cieca: i miei piedi trovarono un ostacolo ...
    ... sul pavimento e scivolai rovinosamente all'indietro.
    
    Le chiavi che tenevo in grembo si sparsero, rovinosamente, all'intorno.
    
    Rimasi stesa sull'assito: gomiti e natiche dolenti per la botta, le gambe divaricate in una posa scomposta, la corta gonna sollevata al bacino, il cespuglietto della mia intimità tutto scoperto. La voce mi si era rotta in gola, versavo nel panico, ero talmente confusa da non pensare neppure di serrare le gambe per distogliere il suo sguardo inferocito dalla mia cosina oscenamente esposta.
    
    Il signor Ranieri, proprietario dello stabilimento, un sessantenne dalla possanza fisica di un orso bruno, giganteggiava minaccioso davanti a me.
    
    Era un ex bagnino, noto in tutto il Forte per il carattere brusco e sanguigno, aveva il viso largo e quadrato, un collo corto e taurino, la pelle, conciata dal sole e dalla salsedine marina, ricordava il cuoio brunito di certe bisacce marocchine. In quella faccia scura, avvolta dalla penombra del casotto, brillavano due occhi chiari come diamanti di ghiaccio con uno sguardo inquisitore, assai prossimo alla ferocia.
    
    Se ne stava a gambe larghe e pugni stretti sui fianchi a sovrastarmi, un tic, causato dall'ira, gli rendeva mobile il labbro superiore, tutto il corpo mostrava una tensione nervosa sul punto di esplodere. Cercai di ricompormi alla meglio sollevandomi da terra e tirando giù, per quanto potevo, l'orlo del vestito, ma il prendisole era assai succinto: cercando di coprire in basso, inevitabilmente, finivo ...
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