1. La coppia - parte 3


    Data: 13/04/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: foxtied, Fonte: Annunci69

    Riprendo i sensi, lentamente… ho la vista appannata ma pian piano mi rendo conto di essere seduto. Fatico ancora a sentire gambe e braccia, ma avverto chiaramente di essere immobilizzato da molta corda. La vista si schiarisce e realizzo di essere in una stanza buia, rischiarata unicamente da delle luci soffuse… scorgo però una videocamera puntata verso di me, fissata a un cavalletto. Sono legato ovviamente nudo, con le braccia fissate allo schienale della sedia e i polsi ben fasciati e immobilizzati. Le gambe sono aperte, divaricate, con le ginocchia legate sui lati e le caviglie ancorate alle gambe in legno. Il petto è strizzato da corde che lo avvolgono e mi bloccano allo schienale, come anche il collo e la fronte. Non hanno chiaramente tralasciato di imbavagliarmi, ho qualcosa in bocca di molto grosso, credo una palla, e il tutto è fasciato da molto nastro adesivo. Quando mi riprendo completamente dal narcotico, sento di avere un dildo nel culo, sicuramente fissato alla seduta della sedia, e i genitali stretti e legati con una cordicella molto fina: il glande è avvolto da un cappio che me lo tiene su, collegato a due morsetti che mi hanno applicato ai capezzoli, strizzati dalle corde.
    
    Non c’è nessuno nella stanza, almeno credo, e c’è un silenzio quasi irreale. Passa un po’ di tempo, finché sento una porta aprirsi e, nella luce che filtra, distingue le sagome dei miei due torturatori, lei per prima. La porta si chiude e una luce viene accesa: mi guardo intorno e capisco ...
    ... di essere in un locale interrato e dotato di pannelli fonoassorbenti alle pareti.
    
    “Sei comodo? Hmm, vedo che mio marito non ti ha legato come gli avevo detto…” – “Cioè cara?” – “Gli hai legato i piedi alle gambe della sedia, ma dovevi tirarglieli indietro, alle gambe posteriori…” – “Va bene, provvedo ora…” Lei è perfida, lui i sembra un perfetto idiota, ma forse sono più idiota io, visto che sono io ad essere in balia di questa coppia di pervertiti.
    
    Mi slega le caviglie, una alla volta, per poi legarle nuovamente alle gambe posteriori tirandomi indietro le cosce già divaricate ma ora completamente aperte. “Fatto cara… ora è a posto” – “Bene, prendi gli elettrodi, lo torturiamo un po’…”
    
    Mi applicano diversi elettrodi: tra le cosce, sotto i testicoli, sotto i capezzoli, sui polpacci e alle piante dei piedi, collegando il tutto a un macchinario… “Metti le scosse al massimo” ordina lei, e lui gira una manopola portandola tutta a destra. “Inizia…”
    
    Le scosse arrivano immediatamente e mi fanno contorcere… non sono continue ma a intervalli di qualche secondo l’una dall’altra.
    
    Il pene mi diventa durissimo per il dolore misto al piacere… Respiro in modo accelerato e ogni scossa mi attraversa il corpo nei punti sensibili, proiettandomi in avanti ed esponendo il pene. Dopo qualche minuto aumentano l’intervallo tra le scosse fino a interromperle del tutto, altrimenti non avrei resistito a lungo… lei mi libera il glande dal cappio di spago e me lo prende in bocca, spingendo ...
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