1. La mia vicina - cap .3


    Data: 12/04/2021, Categorie: Tradimenti Autore: cd1948, Fonte: Annunci69

    Capitolo 3 – Il culetto della mia vicina
    
    Dopo che la mia vicina Rosa se ne fu andata, mi preparai qualcosa da mangiare ed infine andai a riposare dopo le fatiche della mattinata.
    
    Al pomeriggio uscii in giardino per fare quei lavoretti che non avevo fatto la mattina causa i noti impegni.
    
    La mia vicina stava stendendo i panni. Indossava la stessa canotta del mattino, senza nulla sotto. Ogni volta che si piegava per prendere i panni mi mostrava il culetto e la figa, quando poi si alzava in punta di piedi per appendere la roba nello stenditoio, la canotta si alzava e mostrava tutto quello che aveva, sorridendomi.
    
    Quel suo lavorio mi fece, ovviamente, venire duro il mio membro. Scavalcai allora il basso muretto che divideva le nostre proprietà e mi avvicinai a lei. Lei mi si avvicinò e mi buttò le braccia al collo, mentre io le agguantavo le chiappette nude e la tiravo verso di me.
    
    -”Mi fai venire voglia di sbatterti così su due piedi”, le dissi.
    
    -”Oh, sìì, ho una voglia matta di te, del tuo uccellone dentro di me”, ribattè.
    
    -”Ora te lo metto dentro tutto”, dissi, mentre con una mano mi abbassavo i calzoncini corti che indossavo.
    
    -”Sììì, ti prego, mettimelo dentro”, esclamò.
    
    Allora le alzai una gamba e le appoggiai il glande sulla fighetta. Lei si spinse avanti per farlo entrare tutto. Mentre iniziavo a pompare, sentimmo lo scuolabus che riportava i bimbi da scuola. Ci ricomponemmo in un attimo e lei andò a prenderli al cancello del suo giardino, ...
    ... sull'altro lato della casa. Io, nel frattempo, ritornai nel mio giardino.
    
    Ma ero rimasto con una voglia matta di finire quello che avevo iniziato. Allora, andai in casa a prendere la vaschetta di gelato che tenevo in frigo ed alcune coppette. Nel frattempo Rosa ed i bambini erano arrivati sul retro, dove lei riprese a stendere i panni, facendosi raccontare la loro giornata a scuola. Uscii anch'io e li chiamai, offrendo loro il gelato.
    
    -”Sìììììììììììììììììììì”, fecero i due in coro.
    
    -”Ma no, dai, li riprese lei, non disturbiamo il signor Stefano”, fece Rosa.
    
    -”Ma non è alcun disturbo, anzi.
    
    Su, su venite vicino al muro che vi aiuto a scavalcarlo”, risposi.
    
    Vennero di corsa, stendendo le manine. Io li presi al volo e li feci volare oltre il muretto divisorio, fra le loro grida di contentezza e le risate.
    
    -”Su, venga anche lei”, feci rivolto a Rosa.
    
    -”Ma non posso, non ce la faccio, c'è il muro, e poi non sono vestita adeguatamente”, mi rispose.
    
    -”Oh, venga, non si vergogni, anzi, guardi, la prendo e la faccio volare oltre il muretto, come con i bambini”, ribattei.
    
    -”Sì, Sì, mamma, vieni, è divertente volare”, fecero i due in coro.
    
    Al che lei si avvicinò, io la presi sotto le ascelle e la sollevai facendola passare oltre il basso muretto. Rimanemmo per un attimo incollati l'uno all'altra, con le che ansimava dall'eccitazione, la canotta sollevata fino quasi alla cintura. La lasciai andare e si ricompose un poco.
    
    Ci accomodammo tutti e quattro attorno ...
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