1. Come i cavoli a merenda


    Data: 07/04/2021, Autore: Lui9010, Fonte: RaccontiMilu

    Il cellulare sulla mia scrivania si illumina e vibra. Distolgo lo sguardo dal monitor del PC per poter leggere la notifica. Un messaggio di mia moglie su WhatsApp, con tanto di foto allegata.
    
    – ‘Sarà anche bello da vedere, ma &egrave un po’ scomodo da tenere tutto il giorno’.
    
    La foto, evidentemente scattata con l’aiuto dello specchio, ritrae il fondoschiena tondo e pieno di mia moglie fasciato da un perizoma di pizzo nero.
    
    Intuisco che &egrave appena rientrata a casa. E intuisco anche che ha tutte le intenzioni di compromettere la mia concentrazione durante la mia ultima ora in ufficio.
    
    Ammiro la foto per qualche secondo sorridendo fra me e me, dopo di ch&egrave rispondo.
    
    – ‘Lo sai che adesso non riuscirò a pensare ad altro fino a quando non sarò riuscito a metterti le mani addosso, vero?’
    
    – ‘Lo so”
    
    L’ultimo messaggio &egrave corredato dall’immancabile faccina ammiccante. Rifletto qualche secondo e rispondo nuovamente:
    
    – ‘Bene, allora soffri un po’ anche tu, tienilo fino a quando non arrivo. Giusto il tempo di ammirarlo, poi non servirà più”
    
    Sorrido soddisfatto e mi rimetto al lavoro, cercando di ritrovare la concentrazione persa. Immancabilmente, però, la mia mente continua a vagare, ripensando a quella foto e a tante altre immagini, chiare nei miei ricordi, di lei nuda e sudata tra le mie braccia.
    
    Entrambi trentenni, stiamo insieme da quasi 8 anni, sposati da poco più di due; nonostante i tanti anni insieme non riesco ancora a stancarmi di ...
    ... lei. Mi reputo un uomo fortunato e spero che lei possa dire altrettanto.
    
    Qualche minuto dopo le 18:00 raccolgo le mie cose dalla scrivania, invio un telegrafico ‘Arrivo, preparati!’ ed esco dal mio ufficio, pregustando una seratina che si prospetta molto interessante.
    
    Quindici minuti dopo sono sotto casa, parcheggio l’auto, afferro la giacca dal sedile posteriore, chiudo la portiera e mi dirigo verso il portone, quasi correndo.
    
    Non ho la pazienza di aspettare l’ascensore, sono troppo ansioso di entrare in casa, per cui salgo le scale di corsa.
    
    Arrivo davanti alla porta di ingresso del nostro appartamento con un po’ di fiatone. Faccio due respiri profondi per tentare di riprendermi, e mi costringo ad aspettare ancora qualche momento prima di entrare. Assaporo la lieve tortura che questa piccolissima attesa mi provoca.
    
    Entro finalmente in casa, mi chiudo la porta alle spalle e la cerco con lo sguardo. La trovo subito, poggiata con studiata nonchalance sul bancone della cucina. Indossa solo un paio di scarpe col tacco e il famoso perizoma della foto.
    
    Restiamo a fissarci per qualche secondo, lei con un sorriso malizioso disegnato sulle labbra, io probabilmente con uno sguardo da ebete. &egrave semplicemente bellissima.
    
    – ‘Ciao amore’ – quasi sussurra. – ‘L’hai ammirato abbastanza? Posso toglierlo, finalmente?’
    
    Questo suo fare da finta innocente non fa altro che aumentare la mia eccitazione, ormai evidente sotto i pantaloni. Degludisco a vuoto, la gola ormai ...
«1234...7»