1. Il tuo respiro


    Data: 04/04/2021, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... ciotola io ho capovolto il piatto e tu hai mescolato tutto.
    
    ‘Morena, dai sbrigati, che i clienti aspettano’ – hai sbraitato di nuovo tu.
    
    ‘Forse lei a quest’ora non vuole ospiti’ – ho ribadito io.
    
    ‘No, all’opposto, le piace invece se c’&egrave gente’.
    
    Poi il tegame sul fuoco del camino, infine quel profumo che si spande in un aroma goloso, sciogliendosi in bocca nell’acquolina invitante e per di più irresistibile:
    
    ‘Vieni, su, accomodati’ – hai detto. Io mi sono guardata intorno, dato che non mi ero accorta che non c’erano sedie.
    
    ‘Di là, più avanti’ – hai detto tu alzando il mento.
    
    Là in fondo c’era un vecchio divano di ferro dalle imbottiture sfondate e lì mi sono seduta sul bordo:
    
    ‘Come si fa a mangiare in questo modo?’.
    
    Intanto tu mi porgevi un piatto, l’unico in due, pieno di quella nube spessa e densa di sapori.
    
    ‘Morena, su, datti una mossa’ – hai gridato tu.
    
    ‘Dai, perché non pazientiamo che arrivi pure lei’ – ho detto io.
    
    ‘No, non &egrave il caso, visto che lei si sfama perennemente’.
    
    Il tuo sguardo rideva a fior di labbra mentre il vino fluiva rapidamente in gola, visto che era un vero spettacolo, il bollore cresceva nella faccia e le fauci erano accese e sature. La tua ombra ingigantita sul muro e il maglione che vola e cade, prima che io capisca o che decida:
    
    ‘Morena, ti decidi? Vieni giù oppure no?’ – tu ti spolmoni nuovamente.
    
    Dopo ti sdrai su di me e tutto scricchiola nelle imbottiture, la paglia, le foglie secche, le ...
    ... tue dita tra i miei capelli, le tue labbra bollenti sulla gola, i brividi che guizzano nella schiena, la mia maglia che si solleva e fluttua per aria. Morena scese quegli scalini senza rumore, ondulata e lenta, fissandomi con il bagliore degli occhi verdi nell’andatura priva di pause, eppure incantata e sognante, visto che all’ultimo gradino sembrò puntare dritto verso di noi:
    
    ‘Morena, il tegame’.
    
    Il tegame sui mattoni anneriti ad attendere Morena che avanza adagio, gettandomi un’occhiata languida e svogliata, i nostri jeans che scivolano per terra, tu che mi comprimi con il tuo corpo. La tua lingua si muove leggera sulla mia pelle e tra le mie ciglia lo sguardo di Morena che abbassa con cautela la testa e protende la lingua rosea dentro il tegame. La tua bocca sorvola i miei pensieri e i desideri si fanno realtà in tocchi morbidi e penetranti, i miei muscoli pensano a fantasie sottintese e nascoste, che tu interpreti e traduci in parole. Sono puri movimenti di lingua che sale e discende, che ripete senza sbagliare, fino a quando la mia approvazione finale non lascia dubbi né incertezze. Poi io t’attiro verso di me, il tuo respiro ha il sapore del fumo e della brace spenta. Io apro gli occhi accarezzandoti i capelli, su di noi, sulla mensola dove sono in mostra quelle bacche rosse e gialle.
    
    Le pupille di Morena che brillano e primeggiano come i suoi movimenti lievi e delicati, in quanto hanno il carattere, il gusto e il sapore d’una lunga attesa, dato che hanno la ...