1. Il tuo respiro


    Data: 04/04/2021, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Io mi ero smarrita tra quelle colline e non sarebbe servito l’appiglio né il pretesto della nebbia fitta e nemmeno quello del buio totale, perché vagavo senza vedere a un palmo con il finestrino abbassato nella speranza di scorgere o di sentire qualcosa che m’aiutasse a capire dov’ero, mentre la luce dei fari rimbalzava. Io procedevo molto piano e in me cresceva il timore e anche il panico d’incontrare un’altra automobile, magari a muso a muso prima di poter frenare, oppure di non incontrare nessuno e chissà dove andare a finire, alla fine di non accorgermi d’un fosso e caderci dentro.
    
    Un po’ più avanti m’apparve l’immagine soffusa d’una finestra illuminata, io sospirando accostai, visto che era una porta a vetri schermata da una tenda, osservando bene era d’un bar. In alto, sul muro, c’era dipinto un cartello: ‘Taverna Del Lupo’. Spingendo la porta m’investii il profumo della legna che bruciava nel camino, gli aghi di pino, la resina e le foglie, accogliente, confortevole insperato tepore d’una benefica e provvidenziale tana in cui entrare e rimanerci a lungo. Chissà, perché io non ho parlato, non ho neppure chiamato, ma invece sono andata dritta davanti al fuoco, rivolgendo la schiena alla sala illuminata solamente dalle candele sulle mensole di legno dalle quali pendevano numerose trecce d’aglio, di cipolle e altre erbe aromatiche varie essiccate. Chissà perché, tendevo le mani alle fiamme come se sentissi freddo e fissavo il quadro sul camino d’un uomo appoggiato al ...
    ... muro con aria indolente, inoperosa e svogliata:
    
    ‘Scommetto che ti sei persa’ – echeggiò d’improvviso la sua voce.
    
    Io lo sapevo e avevo udito che tu eri alle mie spalle, che quel quadro era uno specchio e che quegli occhi scuri erano dietro di me. Ho avvertito molto bene il tuo sguardo avvolgente, caldo e invitante. Chissà perché ti ho sorriso:
    
    ‘Morena arriverà subito’ – hai detto tu, girando la chiave nel chiavistello.
    
    Io ho controllato l’orologio al polso, visto che era passata da poco la mezzanotte:
    
    ‘Forse &egrave tardi’ – ho detto io.
    
    ‘Adesso &egrave chiuso’ – hai risposto tu.
    
    Io ho avuto un attimo di fastidio, di disagio, sennonché tu l’hai capito immediatamente.
    
    ‘Frittata e caff&egrave? Può andar bene?’.
    
    “Beh, io non saprei, perché no’ – ho abbozzato io esitante.
    
    ‘Non credere però che io ti serva al tavolo. Non per niente questa &egrave una Taverna Da Lupi” – hai detto tu strizzandomi l’occhio.
    
    In quell’attimo m’ha sommerso l’ondata d’affetto e di simpatia dei tuoi occhi neri come la notte.
    
    ‘Dai Morena’ – tu hai gridato verso la scala di legno, che s’innalzava nell’oscurità.
    
    In seguito sei sparito oltre una porta e sei riapparso, sei di nuovo andato di là, hai rotto le uova nella terrina gettando occhiate alla scala, sei tornato con un piatto pieno di pezzetti vari con della salsiccia, del formaggio, dei funghi e hai lavorato il composto con la forchetta con l’abilità e la prontezza d’un giocoliere:
    
    ‘Su, dai, butta giù’. Nella ...
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