1. io, Mariangela e lo zio


    Data: 02/04/2021, Categorie: Autoerotismo Etero Incesti Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    ... mi fece arrendere. Mi aprì la camicetta, mi alzò il reggiseno e riprese a palparmi, stringendomeli, titillandomi i capezzoli. Ci giocava e la sensazione non era spiacevole se non fosse che la paura mi impediva di apprezzare. Quando scese con la mano sulle mie cosce, carezzandole da sopra i pantaloni, non reagii, nemmeno quando salì sino al mio ventre spingendo la stoffa nel mio inguine. Mi slacciò la cerniera e mise una mano dentro, sotto le mutandine. Ti giuro, era la prima volta che qualcuno mi toccava lì. Neanche da sola l’avevo mai fatto anche se qualche discorso con le amiche non mi lasciava in totale ignoranza. Era strano. Irrigidita dalla paura non mi muovevo ma sentii un calore pervadermi tutta. Lui parlava ancora:
    
    – guarda che bella fichetta, morbida, setosa, sei uno splendore bimba mia e sei tutta dello zio, vero che sei tutta dello zio? ‘
    
    e mi toccava ancora. Rimanevo immobile ma avrei voluto andare incontro a quelle dita che mi sfioravano.
    
    Smise perché in quel momento rientrarono i miei genitori. Ebbe appena il tempo di sussurrarmi di non dire nulla a nessuno e poi mi spinse verso la mia camera andando incontro ai miei.
    
    Quella notte mi toccai per la prima volta, ripassai con le mie dita sui punti dove era passato lui, allargai le gambe per accarezzarmi meglio, con la punta di un dito provai a entrare dentro. Mi piaceva, ma mi piaceva ancora di più carezzarmi poco sopra, lì dove le labbra si univano, c’era come un bottoncino che, toccandolo, mi ...
    ... faceva venire i brividi. Mi accarezzai a lungo sentendomi inumidire. Al principio pensavo fosse pipì ma non lo era, era diversa al tatto, più densa, e più mi carezzavo e più brividi sentivo, le mie gambe presero a tremare senza che riuscissi a controllarle e a un certo punto sentii un calore enorme scoppiarmi dentro e salirmi sulle guance arroventandole. Mi carezzai più velocemente e mi sembrò di affogare, il respiro mi mancava, il corpo tremava tutto ora, una sensazione che non riesco a descrivere bene ma era bellissima. Mi sentivo estraniata da tutto ciò che mi circondava, ogni pensiero era scomparso e esistevano solo le mie mani, le mie dita, quella che avevo imparato a chiamare micina e che riscoprivo, e quella scarica elettrica che mi percorreva tutto il corpo scuotendomi come un fuscello.
    
    Quella notte feci sogni bellissimi.
    
    Tre giorni dopo lo zio tornò, e appena andati via i miei genitori non perse tempo a farmi sedere sul divano, abbracciarmi e toccarmi ancora. Non volevo, lo minacciai di dire tutto alla mamma ma lui rise, dicendo che avrebbe creduto a lui e non a me e che se avessi detto qualcosa poi lui me l’avrebbe fatta pagare. Che non dovevo essere sciocca, che mi sarebbe piaciuto. Avevo addosso una tuta e gli fu facile abbassarmi i pantaloni, tornare lì dove aveva lasciato e ricominciare a accarezzarmi.
    
    Io restavo sempre immobile mentre lui mi toccava, aspettavo di provare ancora le sensazioni di tre giorni prima quando mi ero toccata da sola ma non era lo ...
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