1. io, Mariangela e lo zio


    Data: 02/04/2021, Categorie: Autoerotismo Etero Incesti Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    ... molto severa e male avrebbe accolto il mio arrivo.
    
    Nei nostri incontri credo stabilimmo il record di baci, per numero e intensità. Ovvio che facevamo anche altro, poco secondo me che non comprendevo le sue ritrosie, il suo tirarsi indietro quando allungavo la mano verso il suo inguine, il suo essere impacciata, svogliata, quando riuscivo a farmelo prendere in mano. Di pompini neanche a parlarne, poche volte aveva acconsentito a usare la bocca su di me, o forse era meglio dire consentirmi di usare la sua bocca visto che rimaneva immobile limitandosi a aprirla per me. Avrei potuto usarla lo stesso ma non mi andava, la sua inerzia mi bloccava e mi accontentavo di godere grazie alla sua mano, guidata dalla mia il più delle volte. Eppure la foga che metteva nei nostri baci era incredibile, sembrava non volersi staccare mai, la sua lingua esplorava la mia bocca in lungo e in largo, cinguettando con la mia, mandandomi in apnea. Con che passione si stringeva a me quando ci baciavamo ma poi”.. nulla anche se, masturbandola, l’avevo sentita venire diverse volte.
    
    Non la capivo ma accettavo sperando in un cambiamento.
    
    Una domenica pomeriggio tutto mi fu chiaro.
    
    Coperti da una sua amica l’avevo convinta a passare il pomeriggio con me in pineta.
    
    Guidai veloce verso la nostra destinazione e facemmo una lunga passeggiata tra gli alberi tenendoci per mano, baciandoci ogni tanto. Ci ritrovammo poi in macchina abbracciati sul sedile posteriore. Eccitato allungai ancora la mano ...
    ... sulle sue cosce e ancora una volta si fece indietro.
    
    Non ce la facevo più. Sbottai. Usai un tono duro, più di quello che volessi, per farle notare le sue contraddizioni, per chiederle perché si tirasse indietro, perché stesse giocando con me. Scoppiò in lacrime. Mentre singhiozzava mi pentii e l’abbracciai stringendola forte, chiedendole scusa della mia brutalità. Si calmò, e con voce rotta a tratti dai singhiozzi mi spiegò, mi raccontò la sua storia particolare.
    
    La sua famiglia, di principi rigidi quanto antiquati, non le aveva mai permesso di frequentare persone dell’altro sesso da ragazza, limitando anche le sue amicizie femminili e ricorrendo ai ceffoni nei normali episodi di ribellione che aveva avuto. Il cellulare era una gentile concessione per il lavoro e veniva controllato spesso (seppi che le mie chiamate venivano cancellate immediatamente da lei per paura) Addirittura la madre ricorreva, quando la lasciava uscire ora che era maggiorenne, ad un tipo di controllo che credevo fosse un ricordo del medioevo: in pratica si accertava con un’ispezione corporale, ogni volta che rientrava da un’uscita extralavoro, che fosse ancora vergine. Incredibile.
    
    Non era finita lì, purtroppo. Due anni prima, lei appena maggiorenne, era tornato in Italia dall’estero uno zio, il fratello di sua madre. Capitò che i genitori dovessero assentarsi e, non volendola lasciare da sola a casa, si rivolsero allo zio e così fecero in altre occasioni successive. Lui, un uomo di 40 anni, ...
«1234...16»