1. io, Mariangela e lo zio


    Data: 02/04/2021, Categorie: Autoerotismo Etero Incesti Autore: suve, Fonte: RaccontiMilu

    Mi chiamo Mauro. Ho incontrato Mariangela in discoteca. Ero lì con degli amici e lei con delle amiche. La vidi muoversi in mezzo alla pista e mi piacque. Inguainata in uno stretto tubino nero, i capelli biondi sciolti che le svolazzavano intorno, sembrava ballasse senza avere nessuno intorno, persa in chissà quali pensieri o nella musica, muovendosi poco ma in un modo così sensuale che mi attrasse all’istante. Mi feci avanti e non ricevendo un due di picche immediato ballai con lei un poco invitandola poi a bere qualcosa. In un angolino ci mettemmo a parlare e venni a sapere che era la prima volta che veniva in quel locale, aveva quasi 21 anni, lavorava come commessa in un negozio in centro e abitava in periferia, dalla parte opposta a dove abitavo io. Si creò un feeling tra di noi e ci dimenticammo della musica. Quando la baciai mi consegnò arresa la sua bocca, accogliendo la mia lingua con la sua senza remore. Baciava bene. Purtroppo era tardi, una delle sue amiche venne a cercarla per andare via e quel bacio rimase unico. Mi disse al volo il suo numero di cellulare, che mi affrettai a memorizzare, e andò via.
    
    Il giorno dopo la chiamai e parlai un poco con lei, poco perché doveva aiutare la madre in non so cosa. Mi disse di andare a trovarla al negozio e attesi con ansia il giorno dopo ancora, lunedì. Presi due ore di permesso dal lavoro, raccomandandomi col capo e scongiurandolo di concedermelo, che avrei recuperato, e mi presentai da lei. C’era poca gente in giro per ...
    ... cui potemmo parlare ancora. Più la conoscevo più mi piaceva. Le piccole smorfiette che faceva con la bocca per sottolineare un concetto mi ammaliavano, gli occhi verdi mi incantavano, anche il solo gesto di poggiare la mano sul mio braccio era di una sensualità straordinaria. Mi disse che quella sera in discoteca era stata un’occasione sporadica, che difficilmente poteva uscire la sera perché sua madre, molto oppressiva, con una mentalità primi del novecento, le inibiva i normali divertimenti della nostra età. Ci baciammo ancora, poco prima che la titolare del negozio tornasse per la chiusura, e la lasciai con rimpianto promettendole che sarei tornato il giorno dopo.
    
    Così feci per due settimane. Ogni giorno staccavo dal lavoro e correvo da lei, anche solo per passare un’ora insieme. La scarsa clientela pomeridiana le permetteva di stare con me. Ci baciavamo spesso, la accarezzavo vincendo le sue ritrosie, bevevo le sue parole, i suoi sguardi, mi incantavo a sentirla parlare dei piccoli, per me, problemi del lavoro. Stavo bene con lei, anche solo a tenerla per mano. Era il principio dell’innamoramento.
    
    Riuscimmo a ritagliarci dei piccoli spazi pomeridiani per noi grazie alla complicità della titolare del negozio che talvolta le permetteva di andare via prima, come anche la domenica pomeriggio coperta da una sua amica.
    
    Ormai la frequentavo da due mesi, avrei voluto essere presentato a casa sua come fidanzato ufficiale ma Mariangela titubava, mi diceva che la madre era ...
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