1. Impudica e carnale esperienza


    Data: 01/04/2021, Categorie: Sensazioni Sesso di Gruppo Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... adeguatamente il resto, dal momento che l’opportunità l’architettò lui stesso, comunicandomi e segnalandomi che doveva scendere nella stazione di Fornovo di Taro (PR), dove lui si guadagnava il pane di sera come barista nell’affollato bar dell’adiacente stazione dei treni, giacché salutandomi cordialmente mi riferì che gli avrebbe fatto enorme piacere, se fossi andata a trovarlo. Io di getto ricambiai all’istante la proposta, annuendo ben volentieri con la testa e alquanto animata e stimolata raccolsi di buon grado l’invito.
    
    Tre giorni dopo verso le sette di sera mi presentai nella caffetteria della stazione di Fornovo di Taro (PR) e là dentro lo vidi. Ci presentammo e ci accomodammo nella saletta del bar della stazione, lui m’offrì un gustoso e abbondante aperitivo riferendomi di chiamarsi Andrea. Eravamo lievemente a disagio per quell’inatteso quanto voluto accadimento, eppure discorremmo di svariati argomenti esprimendo dei pareri riguardanti le notizie che erano apparse nel monitor del televisore, ciò nonostante non abbassammo giammai lo sguardo, ci osservavamo vicendevolmente piuttosto esitanti e impacciati, perché tra il fluido e durevole discorrere ci scambiammo i rispettivi numeri di telefono, in seguito ci separammo, riproponendoci di rivederci i giorni successivi, concedendoci un delicato bacio come saluto.
    
    Nella medesima serata attendevo trepidante una sua chiamata, oppure di ricevere un comunicato al telefonino, come si fa fra amici e qualcosa di più, ...
    ... eppure tutto ciò purtroppo non avvenne. Quella notte m’appisolai riflettendo e riesaminando il colorito bruno e penetrante del suo sguardo, i polposi bordi della sua seducente bocca, che io avrei baciato con gioia e soddisfazione, smarrendomi in ultimo nei miei lascivi e depravati vagheggi, supponendo infine che quella scena fosse tutta effettiva e realmente fondata. Nel mio inverecondo vagare con la mente, lo immaginavo che eravamo dentro un convoglio disabitato, mentre ci denudavamo deliziosamente consolandoci con baci sempre più inconfessati e confidenziali, giacché quella visione mi fece esaltare spronandomi e istigandomi oltremisura, sicché iniziai a desiderarlo così tanto che lo sentii dentro di me muoversi in principio amabilmente, in seguito più spedito con una cadenza frenetica, divincolandosi come un ferrato e valente conoscitore, intanto che io strepitavo di fronte a lui per il grande piacere che provavo.
    
    Il giorno seguente non accadde niente di dissimile, l’usuale convoglio, l’abituale corriera, il medesimo filobus, eppure solamente una realtà oggettiva rendeva intatto quel bislacco modo di vivere, ovverossia lo splendere del sole che con il suo lieve e gradevole calore, mi pareva di dirigermi in un luogo di svago, giacché mi sentivo insolitamente gioiosa e stranamente briosa. E’ indubitabile che non soltanto io provavo questa veemente sensazione, bensì era pure l’atmosfera e la situazione di quelle giornate, che s’intravedevano nelle facce dei pargoletti e in tutta ...
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