1. Cagna da lecco capitolo 1


    Data: 29/03/2021, Categorie: Trans Autore: Lama_Yala, Fonte: Annunci69

    ... Vorrei ringraziarla per avermi regalato questo collare inamovibile, con il mio nome e l'indicazione che sono di sua proprietà, Signora”
    
    “Brava monica, così deve comportarsi una schiava. Riguardo al collare cara, è un regalo per farti sentire quanto mi premi, tutti devono sapere che sei di mia proprietà.
    
    Adesso vieni qui da me. Ho detto alla servitù di farti venire subito da me perché ho i piedi stanchi, sono stata in giro tutto il giorno tra aerei e treni. Prima che ci prepariamo entrambe per la cena, leccami e massaggiami i piedi come sai fare solo tu. So che ti piace leccarli con le calze, quindi mettiti in posizione adeguata, toglimi gli stivali e inizia. Poi ti racconterò cosa ho in mente per te, per il prosieguo della serata”.
    
    Mi alzai e andai verso la Signora, tenendo sempre il capo chino. Arrivata al suo fianco sinistro le consegnai il guinzaglio e mi accucciai ai sui piedi.
    
    Prima tolsi lo stivale destro e poi quello sinistro. Erano neri, di cuoio, alti al ginocchio, bellissimi, immagino acquistati a Milano, in via della Spiga.
    
    Presi in mano entrambi i piedi, formando una specie di coppa in cui misi il mio viso, per inalare odori e percepire sapori. Per me si trattava di un momento bellissimo, uno di quelli che mi avevano indotta a diventare una schiava.
    
    Quando ero una ragazzina, ancora inconsapevole, prendevo un paio di collant usati di mia mamma oppure di mia zia, meglio se appena tolti e quindi ancora tiepidi e infilandoli nelle mani, mettevo il ...
    ... viso in mezzo. Avevo orgasmi pressoché istantanei e le mutandine inzuppate di sperma.
    
    Adesso che ero una trentenne, schiava consapevole, non correvo più quel rischio ma, avevo comunque applicata a quello che era stato il mio piccolo pene, una cintura di castità di acciaio con lucchetto le cui chiavi erano a disposizione solo della Signoria Giorgia.
    
    Quei piedi erano stati dentro agli stivali per almeno dieci ore, il profumo del cuoio e il sudore dei piedi, conferivano alle calze un profumo buonissimo e il sapore era ancora più inebriante.
    
    Sempre tenendo i piedi della Signora a coppa, iniziai a leccare la pianta dei piedi soffermandomi prima sulla parte centrale delle due arcate, poi sui talloni e quindi sulle dita, sia succhiandole insieme sia succhiandole singolarmente attraverso le calze di seta 20den color miele.
    
    “Continua così cagnetta, lecca più forte, che se mi fai venire avrai la ricompensa” disse la Signora, che era visibilmente soddisfatta del mio trattamento.
    
    La sua mimica facciale e i suoi gemiti erano inequivocabili segnali che stava per avere un orgasmo.
    
    Ero sempre stata orgogliosa di questa mia abilità nel procurare orgasmi alle donne con la mia lingua.
    
    In quel momento, le mie sinapsi mi riportarono alla mente un episodio della mia adolescenza.
    
    Ero andata con i miei genitori a fare visita a dei parenti di mia madre, che avevano una piccola azienda in cui producevano capi di vestiario di qualità medio-bassa, in dei locali posti al piano terra ...