1. Neanche uno è migliore di te


    Data: 22/03/2021, Categorie: Sensazioni Trans Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    ... mia vera natura. Nel silenzio e nelle calde profondità del mio letto, sotto la doccia o dentro la vasca da bagno, mi toccavo giocando con le mie ‘zizze’, in tal modo avevo iniziato a desiderare d’essere toccata allo stesso modo da un altro ragazzo e non più per puro gioco. Fu per questo che con Pancrazio la situazione diventò presto incandescente, terribile, in ultimo incontrollabile. Il suo odore mi riempiva di sensazioni impudiche e sconce, sognavo la sua nudità e avevo terrore di cedere. Non ero gay, per me era un amore etero, poiché mi piaceva tantissimo.
    
    La sua dolcezza, la sua pazienza nell’affrontare e nel dividere in parte la vita con una persona sola e triste come me, mi spingeva ogni tanto ad abbracciarlo intensamente senza motivo durante le lezioni, che di fatto lui mi dispensava. Io lo ringraziavo sussurrandoglielo e dichiarandogli nel contempo la verità, manifestandogli altresì che lui era il mio unico amico, per il fatto che stringendolo avvertivo il marcato contatto delle mie piccole tette con il suo petto forte e anche lui lo percepiva. Lui mi guardava a lungo, mi carezzava il viso e ogni tanto in momenti come questi mi scappava la lacrima. Rimanevamo nel guardarci intensamente, restavamo zitti, in quanto lui era quasi costretto a rompere l’imbarazzo a modo suo, facendosi sempre precedere dal suo solito ‘Scusa, posso?’. Pancrazio mi palpava per qualche istante e la mia carne memorizzava le sue carezze, il suo lieve e lento movimento rotatorio attorno alle ...
    ... tette e ai capezzoli facendomi testualmente delirare, tutto ciò però durava un niente. La sera tuttavia conoscevo bene il mio desiderio, poiché lui avrebbe riprodotto quei fuggevoli ma magnifici secondi, nell’intimità autoerotica del mio letto soffice e tentatore. Sul momento lo fermavo quasi subito, non m’arrendevo verso me stessa, non potevo, finché quel pomeriggio di primavera inoltrata e di gran caldo, arrivando da lui non lo incontrai con i bermuda, gli zoccoli e la borsa sportiva:
    
    ‘Che cosa, studiare oggi? Nemmeno per idea, andiamocene al mare’.
    
    ‘Non ho il costume’ – m’opposi.
    
    ‘Non preoccuparti, te ne ho preso uno io’.
    
    Lui aveva un motorino tutto scassato sul quale ogni tanto mi trasportava per riaccompagnarmi verso casa, proprio come si fa con le fidanzatine per evitare che corrano pericoli di sera. Mi piaceva incollarmi alla sua schiena forte, parlargli del nulla, conversare di cose inutili come farebbero due innamorati. Lui sempre così aperto e pronto nel parlare, stavolta rimase zitto per tutta il tragitto, la riserva naturale protetta di là poco distante dal nome altisonante in bassa stagione, non era altro che un luogo di peccato e di perdizione per le coppiette. Io sentivo anche per questo la stranezza di quello che stava avvenendo, tuttavia mi piaceva catapultarmi tuffandomi infine nell’ignoto, purché lui fosse accanto a me. Arrivammo e posteggiò in un angolo sperduto facendomi arrampicare per rocce, ginestre e arbusti, in breve tempo raggiungemmo una ...
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