1. Tappe spasmodiche


    Data: 20/03/2021, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Dopo aver compiuto innumerevoli giri con l’automobile sbagliando strada, maledicendo di continuo e imprecando per via di quei dannati e detestabili sensi unici, riuscii finalmente a trovare la sua via. Arrivai al suo numero civico e là suonai, dopo svariati minuti passati a osservare in maniera circospetta e guardinga la porta d’ingresso lui m’aprì con l’accappatoio addosso:
    
    ‘Sei già qua, sei decisamente in anticipo, dai non rimanere lì stralunata, vieni avanti, accomodati nel soggiorno’.
    
    Senza parlare m’avviai in direzione di quell’ottomana color turchese dove avevo peraltro adocchiato su alcune fotografie che lui m’aveva inviato via posta elettronica:
    
    ‘Sarò da te tra qualche istante, frattanto se vuoi preparati un caff&egrave che arrivo’.
    
    Io stavo ancora cercando il contenitore del caff&egrave allorquando in modo inatteso udii:
    
    ‘Il caff&egrave che cerchi e qua, adesso te lo preparerò io’.
    
    Ammassato e imboscato per bene fra merendine, fette biscottate, zucchero, miele, succhi di frutta e preservativi giaceva il barattolo rosso del contenitore del caff&egrave:
    
    ‘Sai che cosa penso, che sei davvero un’indecenza’ – gli riferì io sorseggiando quella bevanda troppo forte e schernendolo di proposito.
    
    Lui mi squadrò puntando i suoi occhi contro i miei analizzandomi, perché quel tipico sguardo scrutava scandagliando nel profondo, perché esplorava nei meandri più nascosti dei miei pensieri facendomi agitare il corpo infiammandomi, perché sconvolgeva ...
    ... sovvertendo la parte più inconfessata di me:
    
    ‘Devo confessarti che mi sono lasciato con Emanuela’ – mentre la sua voce armonica sgretolò la quiete di quella stanza.
    
    ‘Non ci credo, pareva una storia responsabile’ – gli domandai io con fasullo sbalordimento.
    
    ‘In parte sì, fintanto che non siamo finiti a letto’ – esordì lui con leggera noncuranza pressappoco infischiandosene.
    
    ‘Adesso dovrai illustrarmi perché la faccenda termina in tal modo con tutte?’ – mentre ero incomprensibilmente diventata rossiccia in faccia.
    
    Da qualche parte del soggiorno bruciava dell’essenza di sandalo, in quanto ne percepivo l’esalazione fasciante, mentre la sua occhiata apatica, gelida e disinteressata fissa su di me pareva voler aggiungere:
    
    ‘Hai ragione, ci hai preso, con tutte meno che con te, perché non ho alcuna voglia di scoparti’.
    
    La fragranza del sandalo adesso era diventata irrespirabile e quasi opprimente, così m’avviai verso la finestra spalancandola, nel tempo in cui fui rapidamente accartocciata dall’aria fredda della notte invernale. Quell’effluvio intollerabile pareva essersi imbevuto dentro i miei indumenti in maniera così caparbia, che caldeggiai l’impulso di denudarmi. In effetti ero già interamente discinta, affacciata a una finestra con alle spalle il migliore amico e la mente attutita. Repentinamente due braccia mi cinsero la vita e avvertii il suo cazzo sodo premere contro il mio didietro, poiché mi ritrovai allungata sull’ottomana, mentre lui mi dilatava le gambe per ...
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