1. Corna innocenti


    Data: 14/03/2021, Categorie: Incesti Autore: rococo, Fonte: RaccontiMilu

    Corna innocenti
    
    1.
    
    Sono sposato da più di trent’anni con mia moglie Maddalena (che tutti chiamiamo Lena), abbiamo due figli ormai grandi, Mariella di 29 anni e Guido di 27, che sono andati a vivere da soli. Con la famiglia di mia moglie i rapporti sono stati sempre piuttosto distanti, direi rarefatti, anche per la circostanza che viviamo in città diverse. Ci incontriamo solo alle feste comandate, a Natale, a Pasqua, a Ferragosto: incontri di assoluta cordialità, ma leggeri e sfuggenti, che non hanno mai avuto il tempo e il modo di solidificarsi.
    
    Eppure in tanti anni non sono mancati episodi che hanno per un momento infranto la banale ritualità delle cose che si ripetono sempre eguali a se stesse. Una volta avevo avuto modo di scambiare qualche affettuosità intima con mia cognata Serena, di qualche anno più giovane di mia moglie. Successe quasi 25 anni fa, d’estate, e fu l’accenno di una storia che avrebbe potuto avere qualche sviluppo se non fosse stata strangolata sul nascere dalla estrema sporadicità degli incontri familiari, oltre che dalla sospettosa gelosia del marito.
    
    Ricordo che però si era manifestata tra di noi una vera attrazione erotica, quell’estate cercavamo tutti i momenti per restare soli, ci toccavamo in maniera appassionata e sfrontata, rischiando anche di farci scoprire. Ricordo come lei mugolava quando facevo scivolare le mie dita in mezzo alle cosce bagnate di desiderio o quando le stringevo tra i polpastrelli i capezzoli irrigiditi dalla ...
    ... voglia repressa. Abbiamo tentato di rinverdire la piccola tresca al Natale successivo, ma alla fine abbiamo mollato perché non siamo riusciti a governare uno stato di eccitazione che ci esacerbava senza trovare i suoi sbocchi naturali. L’ultima volta che ci siamo trovati soli Serena aveva gli occhi lucidi. La cosa è finita nell’album dei ricordi, delle occasioni mancate, lasciando ad entrambi un sentimento di complicità affettuosa, come potrebbe essere quella di un fratello e una sorella con qualche episodio di incesto alle spalle.
    
    Con mia suocera Nunzia, invece, ci siamo sin dal principio sostanzialmente ignorati, forse per una istintiva diffidenza. L’idea che mi ero fatto di lei è che fosse una donna alquanto dispotica, talora capricciosamente autoritaria, profondamente insoddisfatta, precocemente inacidita. Il marito, mio suocero Antonio, era l’immagine della vittima sacrificale. Le figlie davano l’aria di sopportarla a malapena. Dico la verità, non riuscivo a provare simpatia per lei nonostante nei miei confronti lei si sforzasse di mostrare accenni di gentilezza assolutamente inconsueti per gli altri.
    
    Una volta, una decina di anni fa, l’avevo per caso intravista fugacemente nella sua camera mentre si spogliava (o, forse, si rivestiva), ed avevo soffermato la mia attenzione su un paio di particolari interessanti per una donna matura: due gambe piene ma muscolose, non flaccide, con polpacci sodi, e un petto più che florido, ma non cadente.
    
    ‘Non male la mammina!’, mi ...
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