Il porco bastardo
Data: 20/02/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Gay / Bisex
Autore: R-Ron, Fonte: RaccontiMilu
Ci siamo incontrati in strada, in una via poco trafficata e dopo una rapida presentazione, tutto sorridente mi invita a seguirlo a casa sua.
Entrati nel suo palazzo, bastano pochi passi per raggiungere l’ascensore e qui è questione di attimi.
L’uomo inizia a fissarmi con insistenza mentre entriamo nell’angusta cabina ed appena le porte iniziano a chiudersi, le sue mani raggiungono con decisione i miei pantaloni. Mentre con una raggiunge le chiappe, con l’altra in pochi attimi impugna saldamente il cazzo ormai quasi del tutto in erezione.
– Che troia. Sei già eccitata. – Afferma per poi sputarmi in volto.
Mentre le chiappe mi vengono strizzate con forza, l’altra mano scende alle palle per saggiarne la consistenza.
Ridacchia quasi malignamente e smette di toccarmi solo quando le porte si aprono.
Prima però di uscire sul pianerottolo, le sue parole mi fanno gelare.
– Tira fuori il cazzo o non entri in casa mia. – Ordina per poi dirigersi verso il suo alloggio estraendo un mazzo di chiavi dalla tasca dei pantaloni.
Mentre cerca la chiave giusta, ho iniziato ad aprire i pantaloni, poi la zip e poi, infilo una mano nei boxer e lo tiro fuori, palle comprese.
Duro, teso, scappellato dalla precedente intrusione dell’uomo in cui me lo ha strizzato, qualche goccia di eccitazione inizia a sgorgare dalla cappella.
Quando rialzo lo sguardo la porta è ormai spalancata e l’uomo mi fissa il cazzo senza ritegno.
– Vieni – ordina ...
... sottovoce.
Trattenendo così i pantaloni per la vita, in modo non mi cadano alle caviglie, quasi di corsa lo raggiungo con il costante terrore che qualche vicino possa aprire la porta e vedermi in quell’imbarazzante situazione.
Appena entro, la porta viene chiusa rapidamente alle mie spalle e l’uomo in poco tempo si posiziona di fronte a me.
– Lascia i pantaloni, metti le mani sulla testa. – ordina ora con apparente calma.
Appena le mani lasciano la presa, i pantaloni cadono alle caviglie.
Sorride guardandomi da testa a piedi e poi impunga nuovamente il cazzo.
Questa volta stringe con forza, tanta forza da sentire la cappella ingrossarsi e sentirla incandescente.
Solo allora molla la presa e dopo avermi dato due schiaffetti in volto, puntando gli occhi nei miei, ordina deciso :
– Ti voglio nudo come un verme. Lascia tutto quello che possiedi in terra e poi raggiungimi tenendo le mani dietro la schiena. – Ordinato questo, lo vedo scomparire dietro una porta posta nel lungo corridoio che mi trovo di fronte.
In pochi minuti sono completamente nudo e come ordinato, poste le mani dietro la schiena, con il cazzo duro che svetta di fronte a me, lo raggiungo entrando nella stanza in cui si è diretto poco prima.
Seduto su una poltrona, posta di fronte un grosso schermo, mi nota entrare e senza togliermi gli occhi di dosso, mi ordina di raggiungerlo.
– Vieni più vicino – ordina attendendo che il mio cazzo sia a poche spanne dal suo viso prima di impugnarlo ...