1. E vuoi da bere


    Data: 26/01/2021, Categorie: Sentimentali Autore: Lizbeth Gea, Fonte: EroticiRacconti

    Per l’ennesima volta il mio ragazzo mi ha tradita, ma possibile che sono così stupida. Ogni volta lui va con un’altra, ogni volta litighiamo e ogni volta io torno da lui. Possibile che l’ami così tanto. Non riesco a stargli lontano. Sono proprio scema, anche ora, che sono da sola al bar, penso a lui. Penso a quando, aprendo la porta del suo ufficio, l’ho visto con in braccio un'altra. Ho visto lei che gli teneva in mano il cazzo. Ho visto lui che gli lo infilava dentro.
    
    E sapete una cosa, continua a negare.
    
    Vedo il barista allungarmi un bicchiere di Sherry, il mio preferito. Gli dico che non ho ordinato nulla, ma lui mi indica la persona che si è materializzata accanto a me. Inutite che ve lo dica, è quel bastardo del mio fidanzato, dovrei cambiare locale, lui mi trova sempre.
    
    Si avvicina, mi sussurra che mi ama.
    
    Ingoio la sostanza alcolica in un secondo, e gli faccio notare, che chi ama non tradisce.
    
    Lui si scusa per l’ennesima volta, per l’ennesima volta mi da ragione e, come ogni maschio idiota, mi dice che sono l’unica che ama davvero, e le altre le scopa solo per lavoro.
    
    E’ la scusa più assurda che abbia mai sentito.
    
    Gli dò una sberla, il barista ride. Gli urlo in faccià – “Quindi di lavoro fai il gigolò”
    
    A quando pare l’ho reso muto, non fiata.
    
    Estrae una scatolina dalla tasca, l’apre, è un dannato anello.
    
    Si avvicina al mio orecchio sinistro, mi annusa, ha sempre adorato il mio profumo. Mi sussurra che ama solo me e mi chiede di ...
    ... sposarlo.
    
    Tutto questo mi sembra un sogno, per la precisione mi sembra un incubo.
    
    Non ci sono le basi per un matrimonio, ne ora, ne mai.
    
    Lui mi sussurra ancora, non gli piace confidare i suoi sentimenti davanti agli altri, mi chiede di dagli una possibilità, mi chiede di seguirlo, mi vuole portare in un posto.
    
    Come al solito l’ascolto, non riesco a digli di no.
    
    Paghiamo il conto, usciamo, fa un freddo cane. Siamo in pieno inverno e per di più viviamo in montagna. Saliamo sulla sua macchima, io sono venuta a piedi.
    
    In macchina nessuno parla, mi chiedo dove voglia portarmi, quella strada non la conosco, di sicuro non mi stà portando ne a casa sua, ne a casa mia.
    
    Riconosco un vialetto, riconosco un albero, li ci siamo dati il primo bacio. Vedo in lontanza un rudere e mi torna in mente quel fatidico momento. Quella volta che vidi per la prima volta il suo pene, la prima volta che gli lo presi in bocca e la prima volta lo sentii dentro di me. Quei ricordi mi imbarazzano.
    
    Sono passati almeno 6 anni da quando ci intrufolammo in quel abitato abbandonato.
    
    Parcheggiamo li davanti, prende delle chiavi dal cruscotto. Scendiamo. Fa sempre più freddo.
    
    Davanti all’ingresso ci sono dei fiori coraggiosi che lottano contro quel gelo, ne raccoglie un paio e me li dona. Mi dice che gli assomiglio. Belli e tenaci.
    
    Sceglie una chiave, apre la porta, come fa ad averle.
    
    Entriamo. Il villino all’interno è anche peggio di quello che mi ricordavo. E’ tutto sottosopra. Sul ...
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