1. Violagode, capitolo 3: la preparazione


    Data: 21/01/2021, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: bettatroietta, Fonte: Annunci69

    ... capelli e si avvicina al mio orecchio: “Possiamo smettere quando vuoi, ma non diventerai mai una schiava. Se vuoi veramente degradarti, se vuoi scendere all’inferno e godere con i diavoli devi avere coraggio.”
    
    Annuisco. Voglio provare.
    
    Il mio seno viene martoriato da un’altra decina di scudisciate, poi vengono rimesse le pinze con i pesi.
    
    “Non ha una grande sopportazione del dolore.” Commenta Mario.
    
    “Fidati, è materiale grezzo, ma ne faremo un diamante splendente.” Risponde il mio padrone.
    
    “Vedremo.”
    
    Mario prende dall’armadio un grosso cuneo di lattice. Non è un plug, è un cono con una punta arrotondata di un paio di centimetri, poi scende fino a diventare almeno 30/40 centimetri. Sgrano gli occhi. Il cuneo viene appoggiato allo sgabello.
    
    Il mio padrone slega la corda, io rimango in piedi a fatica, ho le gambe tremanti. Le tette sballonzolano con tutto il movimento ed i capezzoli martoriati gridano di dolore nella mia testa.
    
    Il cono viene spalmato di lubrificante. “Vieni, mettiti qui.”
    
    Mi accompagnano allo sgabello. Vengo appoggiata con la punta del cono sull’ano, che grazie al lungo allenamento notturno si apre senza sforzo. Scendo per qualche centimetro, poi ovviamente l’ano non può cedere oltre.
    
    Mi ritrovo in pochi minuti con le mani legate dietro la schiena, caviglie e ginocchia legate alle gambe dello sgabello. I pesi tirano sempre le mie mammelle doloranti. Il cuneo mi sta dilatando l’ano.
    
    Il padrone mi accarezza con dolcezza il viso ...
    ... rigato dalle lacrime. “Ora rimarrai qui per il resto della mattinata. Dovrebbe essere sufficiente a portare il tuo ano al massimo della dilatazione di cui sei capace.”
    
    Io annuisco e provo a parlare: “…affie aone…”
    
    Lui mi bacia sulla fronte e parla molto piano, per non farsi sentire: “Sei bravissima, sono orgoglioso di te.”
    
    Escono e mi lasciano in penombra. La telecamera è su un treppiede, puntata su di me.
    
    L’ano comincia a bruciare. Se tento di stringerlo fa ancora più male, se mi rilasso sento il cuneo dilatarlo ancora di più. Non so che fare. Mi prende un breve tremito e i pesi ai capezzoli dondolano provocandomi dolore ai capezzoli. Sento copiose lacrime colare lungo il viso, chiudo gli occhi e attendo. Cosa sto facendo? In fondo non conosco queste persone, perché mi sono fidata?
    
    No! Cerco di ricacciare i pensieri negativi, è una strada che ho deciso di percorrere, finora mi ha donato grandissime emozioni. Voglio continuare. Sono Anal Queen.
    
    Il cuneo mi sta devastando l’ano.
    
    Dopo un’altra eternità (o dopo altri quindici minuti, il tempo scorre in modo strano quando sei impalata) la porta si riapre. C’è solo il padrone. Guarda la telecamera, la sposta di tre quarti e mi viene vicino.
    
    “Vediamo di mettere a frutto tutto questo.” Sussurra, poi si china di fronte a me.
    
    Sono ovviamente ancora legata allo sgabello, con le gambe divaricate e il cuneo nel culo. Lui ha libero accesso alla mia figa e comincia a masturbarmi.
    
    “Mmmmfffff…” Sento il piacere che ...