1. Servizio pubblico napoletano


    Data: 19/01/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: chupar, Fonte: Annunci69

    Ero stanco. Ero appena arrivato a Napoli in treno e il mio alloggio era stato predisposto dall’altra parte della città.
    
    Ho sempre odiato i mezzi pubblici, ma in quella città usare la macchina a noleggio sarebbe stato da suicidio. Era l’ultima corsa disponibile e il piazzale della stazione a quell’ora era praticamente deserto.
    
    L’autista, un bel ragazzo sui trent’anni, parlava al telefono evidentemente con un amico che gli stava raccontando di qualche avventura. L’uomo cominciò ad accarezzarsi il pacco ed ebbi l’impressione si stesse masturbando attraverso i pantaloni: “Vabbu’ ma o’ culo te l’ha dato? E allora che vuoi di più? Se…Pe tte e femmene so tutte puttane tranne mugliereta, figlieta e soreta, ma nu vaie mai n’coppo o casino pe paura de truva'.”
    
    Non riuscii a non fissarlo tanto che mi girai di spalle, reggendomi al palo d’acciaio su cui poggiava la macchinetta obliteratrice.
    
    L’autista, chiusa la chiamata, continuava imperterrito a starsene lì a toccarsi, tanto che mi girai e gli chiesi: "C'è molto da aspettare?"
    
    La risposta fu: "Perché? Ti dispiace se aspettiamo l’orario giusto? M'appicc' 'na sigarett'... e poi andiamo! Vuoi na’ sigaretta pure tu?”
    
    - “No. Io non fumo!”
    
    L’uomo si alzò dal posto di guida e mi si accostò: "Mancano dieci minuti. Tieni fretta?"
    
    Sentii che qualcosa premeva dietro di me.
    
    La mano sul culo in un autobus non mi era mai capitata. Feci finta di nulla. Tornai in posizione, ma mi mossi un po’: "No..è che mi annoio e poi ...
    ... finchè arrivo..."
    
    La mano dell’autista si spostò sul fianco, come per tenermi, e per meglio accostare il suo pene turgido che spingeva sui miei jeans: "Ma arrivi con me al capolinea?"
    
    - "No.
    
    Scendo prima!"
    
    Sentii chiaramente il suo respiro sul collo: "Allora non possiamo perdere tempo."
    
    Fattosi più audace, mi strizzò il culo: “S’i ricchione, no?”
    
    Non negai, forse mostrando con lo sguardo la mia voglia.
    
    - “E allora, intanto che aspettiamo, famme nu bucchine!”
    
    - “E se viene qualcuno? Tra un po’ è orario di partenza!”
    
    - “A quest’ora? E quann' mai?”
    
    Chiuse le porte del mezzo. Io infilai la mano nei calzoni della sua divisa e trovai il suo membro eretto. Gli sbottonai la patta e mi accovacciai.
    
    L’autista aveva “o pesc” dritto, scuro e venoso e cominciò a spingere la mia testa sul suo uccello e a scoparmi in bocca. Non con frenesia, ma piano, con movimenti profondi, per allontanare l’orgasmo il più a lungo possibile. Dall’esterno probabilmente potevano solo ammirare la sua faccia da porco rilassata, mentre aspirava la sigaretta ed espelleva il fumo. Intanto, però, le gocce della sua fronte mi rimbalzavano sulla testa, sul collo.
    
    Era ora di far partire la corsa.
    
    Mi scostò da sé a fatica - “Ti piace ‘o cazz, eh?” - lasciando in bella vista il suo cazzone inumidito dalla mia saliva. Riaprì e richiuse velocemente le porte del mezzo urbano.
    
    Devió dal suo percorso abituale. Arrivato a piazzale Tecchio (stadio San Paolo), fermò il bus di linea su un ...
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