1. Falsa partenza


    Data: 17/01/2021, Categorie: Etero Autore: geniodirazza, Fonte: Annunci69

    Quando si sposarono Antonella e mio fratello Carmine, fu una felicità, dal momento che tutti apprezzavano ampiamente il carattere operoso e aperto di mio fratello ed era arcinota l’estrema serietà di Antonella, che era arrivata vergine e casta a venticinque anni, di cui quasi dieci passati da fidanzata di Carmine, bene accolta in famiglia e insomma adottata a tutti gli effetti.
    
    Quando decisero di mettere su casa insieme a me in una nuova costruzione ai margini della città, per essere in qualche modo equidistanti sia dal lavoro che dal paesello dove rimanevano i genitori, furono tutti concordi sull’opportunità della scelta e ci furono dati anche sostanziosi aiuti per fare in modo che potessimo acquisire la costruzione e ricavarne i due appartamenti, uno per me, al piano inferiore, ed uno per gli sposi, al piano superiore.
    
    La vita scorreva serena e quasi felice per tutti quanti: le nostre quotidianità erano intrecciate ed avevamo frequentissime occasioni per incontrarci; anzi, erano più le volte che io mi fermavo a pranzare o a cenare con loro che quelle in cui mi avventuravo in ristoranti e trattorie con occasionali amicizie.
    
    Comunque avevo la mia autonomia e non ci si disturbava: qualche volta, ci scambiavamo confidenze, proprio come in famiglia; e devo dire che era più Antonella a confidarsi e a chiedere suggerimenti, che Carmine.
    
    Per questo, quando mia cognata pose il problema di trovarsi un lavoro, anche non molto impegnativo, per non ridursi al ruolo di ...
    ... massaia che attendeva in casa il rientro del marito, la questione fu posta apertamente mentre ero a tavola con loro.
    
    Non esitai a dichiarare che trovavo molto civile che una moglie si cercasse un’occupazione e non venisse sacrificata nell’obsoleto ruolo di ‘angelo del focolare’.
    
    Non ci volle molto a convincere Carmine, che per natura era anche molto disponibile a stare a sentire i pareri altrui, almeno di quelli di cui si fidava.
    
    Per un anno e più le cose andarono benissimo: una piccola utilitaria comprata usata consentiva ad Antonella di fare la spola tra casa e ufficio e, sul percorso, di provvedere anche agli acquisti per la casa; il suo orario era continuato e le consentiva alle 18 di essere a casa per occuparsi della cena di noi tre (io ero considerato quasi organico a loro); il sabato e la domenica si poteva andare fuori, ma normalmente li trascorrevamo in casa, tra giardino e terrazzo, accogliendo molto spesso amici che dalla città ci venivano a trovare.
    
    Gli intoppi cominciarono quando Carmine decise di iscriversi ad una società di calcetto che lo impegnava il giovedì sera ad andare al campo per quasi tutta la serata, tra le chiacchiere con gli amici, qualche sgambatura, la partita e alla fine la birra collettiva.
    
    Non fu il nuovo impegno a incidere, quanto le chiacchiere stupide che evidentemente, i calciatori si scambiavano prima e dopo la partita.
    
    Non è stato mai chiarito come si arrivasse a quella situazione, ma ad un certo punto il discorso scivolò ...
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