io in discoteca
Data: 13/01/2021,
Categorie:
Etero
Autore: kitty93, Fonte: RaccontiMilu
Qualche anno fa, d’estate, per tirar su due euri ho lavorato per un periodo in una discoteca come barista. Ero bravina, lo facevo già da anni, e la mia presenza fisica convinse i titolari che avrei attirato gente al bar.
Non che dovessi lavorare nuda o quasi, a quello ci pensavano le ragazze immagine, delle antipatiche asociali che si guardavano bene dal fraternizzare con noi povere addette al bar. Loro sculettavano sui piedistalli o in mezzo alla gente mezze nude, noi no, a noi bastava una minigonna non oscena e una camicetta con un paio di bottoni aperti, non di più.
Il lavoro mi piaceva anche se era duro e la paga non troppo alta, anzi misera. Però stavo in mezzo alla gente, mi divertivo anche a vedere quei ragazzi che cercavano di attaccare bottone con me e le altre tre bariste, anche qualcuno un po’ più avanti negli anni.
Successe quando mi spostarono di sala per una sostituzione.
Vicino a ogni bar c’è sempre uno della security pronto se qualche ragazzo dovesse fare troppo lo spiritoso, e è così che ho conosciuto Artemio (altro nome inventato).
Mi presi una mezza cotta per lui. Alto, spalle larghe, muscoloso, bello come una statua greca. Ogni tanto gli lanciavo delle occhiate e lui se ne accorse perché cominciai a trovarlo sempre vicino al mio posto che mi guardava mentre lavoravo, mi stuzzicava con qualche frase allegra. Approfittai di un momento in cui non c’era tanta gente e ci avvicinavamo alla chiusura per attirarlo nel magazzino con ...
... la scusa di aiutarmi a prendere uno scatolone.
‘Mi dai una mano? E’ troppo pesante per me’
Mi feci seguire sculettando più che potevo davanti a lui e appena entrati nel magazzino mi strinse a se appoggiandomi il pacco sul culetto. Aveva capito tutto. Mi girai e lo abbracciai approfittandone per sentire i suoi muscoli sotto la giacca. Come un polipo mi strinse dappertutto, sul culetto, sui fianchi, sul petto e intanto io lo baciavo. Aveva un buon sapore anche se la sua barba mi dava un po’ fastidio.
‘Abbiamo poco tempo’ mi disse e io scesi lungo il suo corpo per inginocchiarmi davanti a lui. Se lo tirò fuori senza tirarsi giù i pantaloni e io lo presi in mano giocandoci con la lingua dalle palle alla punta prima di aprire le labbra e prenderlo in bocca.
Feci su e giù per diverso tempo prima che si irrigidisse e cominciasse a venirmi in bocca.
La sua sborra era gustosa, appena un po’ salata, la ingoiai volentieri e lui continuava a schizzarmi in gola che quasi non ce la facevo.
Finito tutto ha guardato fuori per vedere se non c’era nessuno e mi ha fatto uscire per tornare al bar.
‘Ci vediamo dopo’ gli dissi e passai l’ultima mezzora del lavoro pensando a quel che avremmo fatto io e lui tutti e due nudi sopra un letto, dopo aver finito il lavoro.
Ci pensavo e la mia farfallina si commuoveva, la sentivo umida e temevo che mi bagnasse le mutande e la gonna bianca. Sbagliai anche l’ultimo cocktail che mi chiese un ragazzo ma tanto era ubriaco e non ci fece ...