GIOVANNA DAL PENTACOLO 1
Data: 11/01/2021,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Incesti
Lesbo
Autore: Giovanna, Fonte: RaccontiMilu
... inaspettatamente svelta, si avvicinò al feretro e come un cane da fiuto, annusò rumorosamente il legno della bara.
Poi, lesta, raccolse da terra una manciata di polvere chiara e ne sparse una parte, con gesto teatrale, davanti alla bara, poi, mentre partivano i primi rimbrotti dei presenti, si avvicinò veloce a me e alla mia nonna e buttò ai nostri piedi il resto della polvere.
Io sussultai spaventata, mentre mia nonna si voltò dall’ altra parte, come se non volesse vederla.
Adesso la gente cominciava a gridare e inveire, mentre il sacrestano strillava: – Va via, va via! Cacciatela, Cacciatela! ‘
Qualcuno fece un passo verso di lei, minaccioso, ma dovette ritrarsi immediatamente, perché al fianco della vecchia comparve, come materializzandosi dal nulla, un grosso cane nero, ringhioso e ispido.
La vecchia alzò il bastone, imperiosa.
Tutti tacquero compreso il cane.
Allora la donna mi si avvicinò, si chinò e mi investì con l’ alito fetido di vino e di aglio:
– Tutt’ è povere! Tutt’ è povere ‘ a chi primma e a chi doppe!
Tutt’ è povere ‘ a chi primma e a chi doppe!…
Ah ah ah! – la megera iniziò una risata pazza, mi alitò ancora contro, mentre i miei occhi terrorizzati incontrarono i suoi, neri e lucidi come perle , poi si voltò e sparì rapida nel bosco, mentre i primi temerari si armavano di pietre, fingendosi decisi a scacciarla con violenza.
Ma fu tutto inutile: la vecchiaccia scomparve così come si era materializzata all’ ...
... improvviso.
Ricordo una gran confusione. Mia madre svenuta nella macchina, delle vecchiette del paese che intonavano litanie vendicative e di cui non capivo le parole, mentre il parroco, arrivato di gran carriera, benediva con l’ acqua santa, la piazza, il feretro di mio padre e poi anche me.
Intanto mia nonna si poggiò a una serva, sentendosi venire meno, il suo viso dimostrava cento anni, bianca come una cencio, si segnava con la croce.
Non dimenticherò mai quelle scene e tutto quello che vidi e, forse, anche quello che non avrei potuto vedere.
Nell’ ombra nera delle travi del campanile, due figure inidentificabili si godevano la scena.
– E’ arrivata Iside! ‘ decretò il primo con voce gracchiante, aveva zampe e mani palmate, orecchie aguzze e una coda serpentina, azzurrino sulla schiena, aveva il ventre molle e roseo come un confetto – Scuotiamoli un poco, questi cafoni! ‘ aggiunse in un sibilo maligno.
– Stai a posto tuo, Farfariello ‘ disse l’ altro personaggio, un monaco corto e rotondetto, col viso da putto. Gli occhi maligni e rossi di fiamma e due piccole corna nere e lucide sulla fronte pelata: ‘ Tu sei qui solo come osservatore, ricorda! ‘
– Maledetto monaco ‘ masticò aspro l’ altro e sputò con disappunto sulla campana, bloccandola a mezz’ aria, come una fotografia … impossibile.
– Smettila, sporco succube! ‘ il Monaco tracciò un segno nell’ aria calda con la sinistra e il tempo riprese a scorrere – Piuttosto controlla bene la bambina, trova i segni e poi ...