1. Storia di un pompino


    Data: 07/01/2021, Categorie: Gay / Bisex Autore: Bsx_930, Fonte: Annunci69

    25 febbraio.
    
    “Un pacchetto di Lucky Strike rosse da 20 grazie”. Dissi guardando il commesso della tabaccheria. Non era molto in voglia di far chissà che. Eppure aveva si e no la mia età. Si girò lento guardò gli scaffali dietro di lui, prese il pacchetto, lo batté alla cassa e poi me lo diede.
    
    “Sono 4 e 40”. Anche il modo di parlare era lento.
    
    Uscito dalla tabaccheria mi diressi verso l'università. Presi una sigaretta, ma prima di riuscir a mettere via il pacchetto un ragazzo mi fermò.
    
    “Scusa non è che posso rubartene una?”. Chiese.
    
    Sembrava un bel ragazzo, occhi chiari, un po' di barba, su per giù uno e ottanta se non di più, sorriso da morici dietro, cazzo, anche più di una!
    
    “Certo”. Dissi porgendogli il pacchetto.
    
    “Ti sono infinitamente debitore, non fumo da ieri sera, sono uscito per comprarle ora e ho dimenticato il portafogli su, ma avevo bisogno di nicotina”.
    
    Risi in modo educato alle sue disgrazie, se così si vogliono chiamare.
    
    “Quindi abiti qui vicino?”. Chiesi mettendo via il pacchetto nella tracolla.
    
    “La”.
    
    Disse indicando un palazzo dall'altra parte della piazza.
    
    “Ah vicino all'uni”. Dissi.
    
    “Presa apposta per l'uni, anche se ci vado solo per dare gli esami, lavoro troppo”. Disse aggiungendo una risatina in fondo.
    
    “Io stavo andando a lezione”. Dissi.
    
    “Ah che indirizzo?”.
    
    “Letteratura”. Dissi tirando dalla sigaretta.
    
    “Io comunicazione”. Disse.
    
    Era belloccio, studiava e lavorava, be' un occasione così non si può ...
    ... far scappare.
    
    “Eh insomma sono in debito?”. Gettai l'amo camminando accanto a lui.
    
    “Già. Qualunque cosa tu mi chiederai io la farò”.
    
    Apposto erano queste le parole che volevo.
    
    “Ma tutto tutto?”. Continuai.
    
    “Tutto”. A quanto pare anche io non gli dispiacevo.
    
    “Sicuro? Potrei chiedere cose strane..”. Dissi.
    
    “Qualunque cosa e io la esaudirò”. Disse avvicinandosi e sorridendo.
    
    “In casa da te c'è qualcuno?”. Chiesi.
    
    “Si, ma ho una fottuta camera mia se vuoi”.
    
    “A te cosa andrebbe?”. Continuai.
    
    “Be' sono io in debito con te, devi dirmi te cosa ti andrebbe di fare”.
    
    La piazza non era eccessivamente piena, erano le 10 e mezza e molti erano già a lavoro o a lezione.
    
    Gli presi una mano e la poggiai sul pacco.
    
    Non si tirò indietro, anzi cominciò a massaggiarmelo, li in piena piazza, fortuna i giubbotti paravano un po' la situazione.
    
    Cominciavo a sentirlo duro, crescere nelle mutande e sentivo la sua mano bella forte stringerlo dalla base delle palle e salire fino alla cappella.
    
    “Si per lui avrei qualcosa su in camera se ti va”. Disse.
    
    “Fai pure strada”.
    
    Attraversammo la piazza velocemente e salimmo al terzo piano del palazzo.
    
    Entrai e subito mi portò in camera sua.
    
    Cominciai a spogliarmi e la sua bocca si avventò sul mio collo mentre le sue mani cercavano in tutti i modi di sbottonarmi i pantaloni.
    
    Lo allontanai e lo presi per mento.
    
    “Togliti i pantaloni anche te”. Dissi.
    
    Se li levò alla velocità della luce, e con loro ...
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