1. Così diventai una puttanella (1)


    Data: 30/12/2020, Categorie: Anale Prime Esperienze Trans Autore: evablu, Fonte: xHamster

    "Hai le tette e ti piace pure il cazzo".
    
    Sintetico, brutale, efficace: non si poteva obiettare nulla, in una decina di parole Fabrizio aveva fotografato la mia vita, drammi, dubbi e atroci sofferenze interiori di un corpo diviso a metà e di una mente che pensava assolutamente come quella di una ragazza; era un'analisi superficiale, la sua, aveva banalizzato ma ci aveva preso, non mentiva, ero io che mentivo, a me stesso o a me stessa, non sapevo mai come parlare di me, dentro di me.
    
    Era di notte, notte buia di luna nuova e di scirocco, dividevamo quella tendina canadese nel campeggio in collina in cui ero ospite dei suoi, che dormivano comodi in roulotte con gli altri due figli, mentre noi stavamo in uno spazio angusto, spartano, che non dava troppo spazio ai movimenti né alle fantasie, condividevamo su quel materassino matrimoniale meno di due metri quadrati di adolescenze inquiete, ormoni in esubero, liberi sfoghi ed emozioni represse, lui che si ficcava completamente nudo nel sacco a pelo e teneva la lampo chiusa soltanto sotto la cintola, evocando certi colpi bassi, proibiti, perché lasciava intravedere tra il pube e l'ombelico una peluria rossiccia, nell'incerto chiarore delle luci notturne e nella foschia che calava ancora di più sui miei occhi miopi, quando mi toglievo gli occhiali, creando una semioscurità complice e maliziosa. Io invece mi barricavo dentro il mio sacco a pelo indossando il mio bravo pigiamino, composto da shorts e canottierina sexy e piuttosto ...
    ... femminili, un tantino provocatori, e tiravo su la cerniera per chiudermi ermeticamente, come per blindare desideri che cercavo di tenere fuori da me ma che, lontano da quella tenda, non sempre avevo saputo dominare.
    
    Era un chiodo fisso, il ricordo di quei momenti in cui avevo perso il controllo, un rovello che mi girava dentro la testa e mi impediva di dormire, ancora di più in quella notte di caldo umido, in cui Fabrizio si era addormentato beato, col suo solito respiro pesante e regolare, muovendosi nel sonno quel tanto che bastava per mostrare qualcosa in più della peluria pubica, e questo mi inquietava ancora di più, riempiendomi la testa del ricordo di quanto mi ero sentita puttana, qualche mese prima, col mio grande amore.
    
    Fuggivo da quei ricordi, ero lì per quel motivo: l'estate dei miei 15 anni si era trasformata in una sorta di espiazione, ma non riuscivo a togliermi dalla testa quella potentissima cotta che mi aveva reso impossibile ogni forma di resistenza. Stando in vacanza con Fabrizio cercavo di distrarmi, lui mi aveva accolto con entusiasmo, aveva due fratelli più piccoli, uno di pochi anni, e un coetaneo con cui giocare e parlare non gli dispiaceva, anche perché lo attraeva la mia caratteristica fisica più evidente, la stessa che colpiva soprattutto i maschi, adolescenti come me ma pure più grandi e persino adulti, il mio acerbo seno, naturale come la mia effeminatezza; turbava, certo incuriosiva, ma lui era stato discreto, in pubblico non aveva mostrato ...
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