1. Regina della notte


    Data: 28/12/2020, Categorie: Trans Autore: ReginadiNapoli, Fonte: Annunci69

    Regina - una creatura furtiva, ambigua, dal portamento e lineamenti androgini, giovani e delicati - quella sera aveva appena cominciato a passeggiare senza una meta come aveva già fatto qualche altra volta, nel centro storico di Napoli. Calava la notte, il silenzio era tombale, qualche macchina qui e lì, il clacson di un tassista insistente, un gruppo di colombi intenti a beccare delle briciole di pane stantio.
    
    Camminava come se qualcosa la spingesse sempre oltre, oltre ed oltre. Regina era una leggenda per molte guardie giurate rimaste in città a lavorare in una Napoli desolata alle porte di ferragosto. Nessuno conosceva il suo vero nome, nessuno conosceva la sua vera identità. Dopotutto Regina esisteva davvero? Era vero quel che si diceva? I suoi glutei erano davvero così generosi e abbondanti, di un colore così intenso e delicato? Pochi avevano avuto la ventura di incontrarla e molti credevano solo alla sua leggenda. I suoi grandi occhi verdi avevano davvero solcato quelle strade? E quel suo silenzio che valeva più di mille suoni?
    
    Il rossore delle guanciotte si faceva sempre più insostenibile, ma non era per il caldo. Il suo passo nella notte si faceva sempre più sicuro, insistente. Un portone, un altro ancora, un'occhiata. Una guardia giurata rimasta sola soletta, un sorriso. I suoi grandi occhi verdi fissavano quell'uomo ma senza alcun cenno. Un sorriso ricambiato ma non era lui la vittima, non era ancora tempo, non era il momento propizio. La luna avrebbe ...
    ... trasformato molto presto Regina.
    
    Il cielo stellato, i fianchi morbidi, generose rotondità nella notte, quella volta Regina era tornata ma non lo sapeva ancora.
    
    In cosa si sarebbe trasformata stavolta? L'ultima volta si era trasformata in una bimba monella che aveva giocherellato col papino (un uomo sulla 30ina, negli scantinati di un palazzo). E questa volta? Cosa l'aspettava? Era un mistero anche per lei stessa. Intanto la luna le faceva compagnia nel suo cammino.
    
    Passo dopo passo era ora di riposarsi e diede un'occhiatina ai messaggini sul cellulare:
    
    "E' stato bello ieri sera"
    
    "Ehi domani incontrami ti prego"
    
    "Regina, vuoi uscire con me? Sono Gianni"
    
    "Dove sei? Ti voglio"
    
    La metropolitana semivuota, i palazzi di città si susseguivano, forse era davvero tempo di ritornare a casa? Scese alla sua fermata, un passo, 300 metri da casa, ma ancora quella strana sensazione, quel calore che saliva tra le cosce, i glutei e che faceva diventare le guanciotte di un rosso accesso inconfondibile. Lo riconosceva ora, era proprio lui, era ancora quel rossore, quel calore intenso, aveva paura di lei stessa quella notte. Quella strana voglia di trasgressione, quella voglia di insolito, quella voglia di peccato sublime. Il viso da angioletto in lontananza aveva appena scorto un uomo intorno ai 45 anni, distinto, mediterraneo, proprio in quello spiazzale vicino casa, un uomo rimasto di guardia ai cantieri della nuova metropolitana - tutto intorno la mezzanotte o giù di lì, era ...
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