1. Mi hai lasciato il marchio


    Data: 26/12/2020, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999, Fonte: RaccontiMilu

    Il treno era appena partito in perfetto orario e avanzava adagio, mentre i viaggiatori stavano ancora disponendo e in ultimo sistemando i loro oggetti negli scomparti. Ines si sentiva esultante, felice e spensierata per quel viaggio, anche se coscienziosamente quelle ragioni di lavoro la conducevano lontano da casa per tre giorni. Quella breve assenza le sarebbe stata proficua e persino utile, giacché distante dalla quotidiana abitudine, dai tempi ristretti, dal sonno che arrivava troppo presto la sera e da quelle albe rapide che di continuo l’affliggevano, per il fatto che non le davano minimamente neanche il tempo né l’opportunità indispensabile per godersi e per gustarsi adeguatamente il risveglio.
    
    Il sedile era assai accogliente e confortevole, i suoi compagni di viaggio opportunamente allegri e ciarlieri: si preparò quindi ad accoccolarsi meglio al suo posto e ad ascoltare la sua musica preferita in pace. Questa procedura era diventata doverosa e necessaria durante i suoi viaggi di lavoro, perché l’unione tra la musica e il movimento del treno liberava e scioglieva la sua fantasia, mentre il mondo scorreva lungo i binari e la sua mente sfrecciava e volava via altrove. Lei avrebbe avuto tutto il tempo per rasserenarsi e per rilassarsi, dal momento che Torino era sufficientemente lontano da Trieste per permetterle di dormire un po’. S’accorse appena della prima fermata, siccome era tentata di sprofondare nella sua pigrizia quando notò che i suoi compagni di viaggio ...
    ... erano scesi e nel suo scompartimento c’erano soltanto due persone qualche fila più in là. A Brescia salì nel frattempo un uomo che occupò posto proprio di fronte a lei, Ines lo salutò appena alquanto contrariata e visibilmente infastidita da quell’improvvisa invasione del suo spazio, però ridendo fra sé s’alzò per andare al vagone della ristorazione per comprare un po’ d’acqua.
    
    Al suo ritorno, quell’individuo era concentrato nel sfogliare il suo giornale e a sfoderare il suo portatile, finché Ines notò la borsa poggiata in bella vista sul sedile accanto. Si rimise ad ascoltare la sua buona musica, brani dolcemente cadenzati che ben s’adattavano con il ritmico dondolare del treno, dato che per Ines era come se vivesse un’altra vita. Chiuse gli occhi restando distesa e rilassata, in quanto avrebbe voluto che quell’oscillare del treno non finisse mai, che non ci fosse nessuna destinazione da raggiungere, nessun impegno, nessun dovere e nessun obbligo da rispettare, tenuto conto che era totalmente abbandonata e sdraiata sul sedile del treno. All’improvviso sentì arrivare da lontano mentre era immersa nei suoi pensieri una pressione insistente fra le sue gambe, poiché qualcosa le stava premendo il sesso, aprì leggermente le palpebre e vide l’uomo di fronte con una lieve simulazione, impegnato e intento sul suo portatile, il ginocchio piantato fra le sue gambe che abbandonate riposavano aperte, come in un silenzioso e in uno stringato invito a farsi prendere. Chiuse le gambe e ...
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